L’umanita’ utilizza risorse naturali piu’ velocemente di quanto gli ecosistemi della Terra siano in grado di rigenerare: il 1 agosto 2018 secondo gli esperti del Global Footprint Network avremo consumato le risorse naturali che il nostro Pianeta e’ in grado di rigenerare in un anno. Dal 2 agosto, staremo simbolicamente erodendo il capitale (naturale) del pianeta. “In pratica e’ come se stessimo usando 1,7 Terre- sottolinea Gianfranco Bologna, Direttore Scientifico Wwf Italia- Secondo i calcoli del Global Footprint Network il nostro mondo e’ andato in overshoot nel 1970 e da allora il giorno del sovrasfruttamento e’ caduto sempre piu’ presto. Il deterioramento dello stato di salute degli ecosistemi e della biodiversita’ presenti sulla Terra continua a crescere. Le ricerche piu’ autorevoli ci documentano che allo stato attuale il degrado dei suoli della Terra dovuto all’impatto umano sta esercitando un ruolo fortemente negativo sul benessere umano, in particolare per almeno 3.2 miliardi di individui, e sta contribuendo alla sesta estinzione di massa della ricchezza di biodiversita’ della Terra. La valutazione del costo complessivo di questo degrado, causato dalla perdita di biodiversita’ e dei servizi ecosistemici, viene valutato in piu’ del 10% del prodotto lordo mondiale. Al 2014 piu’ di 1.5 miliardi di ettari di ambienti naturali sono stati convertiti in aree coltivate. Oggi meno del 25% della superficie complessiva delle terre emerse del nostro pianeta sono in una situazione naturale. Secondo gli esperti si stima che, al 2050, questa quota potrebbe scendere al 10%, se non si agisce significativamente per invertire la tendenza attuale”. Nemmeno gli ecosistemi marini sono esenti dall’impatto dell’azione umana. Il recentissimo lavoro, apparso la scorsa settimana, di alcuni tra i grandi ecologi marini e biologi della conservazione di fama internazionale (Jones Kendall ed altri “The Location and Protection Status of Earth’s Diminishing Marine Wilderness” apparso sulla rivista scientifica “Current Biology”) ha cercato di individuare lo stato della naturale integrita’ degli ecosistemi marini, tenendo conto dell’analisi, anche sinergica, di 15 fattori di pressione dovuti all’intervento umano. Cosi’ in un comunicato il Wwf Italia.
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