martedì, 15 Ottobre , 24

Università, Coas Medici: con numero chiuso continuerà carenza in ospedali

“Anche quest’anno si ripete in modo invariato l’arrembaggio alle Facoltà mediche, pur sapendo che solo uno studente su sette riuscirà a conseguire il diritto d’accesso e che le necessità italiane di personale medico, quantificabili per i prossimi anni in 15 mila l’anno, rimarranno del tutto disattese, nonostante l’aumento di circa il 10% del numero di accessi alle Facoltà mediche voluto dal neoministro Grillo”. Lo afferma in una nota Alessandro Garau, segretario del Coas medici dirigenti.

“Negli anni scorsi – aggiunge Garau – questo contingentamento degli accessi alle Facoltà mediche è stata una scelta apparentemente obbligata sia per il contenimento della spesa sia per una iniziale disoccupazione dei laureati in medicina e chirurgia. La rigidità del sistema Italia e la perdurante necessità di contenere le spese ha comportato invece l’attuale grave carenza di medici e il mancato incontro tra l’offerta e la domanda di posti di lavoro-medico, con un rilevante numero di medici che preferisce la disoccupazione all’accettazione di incarichi precari e temporanei lontano dalla abituale residenza. Non dobbiamo neppure trascurare che, con l’attuale sistema di selezione degli aspiranti medici, si è andati a ledere sempre più quello che una volta veniva chiamato diritto allo studio, fondamentale per attivare l’ascensore sociale”.

“Mentre gli ospedali si svuotano a causa della impossibilità di trovare medici specializzati, a causa dei pensionamenti e delle dimissioni per accettare le offerte delle case di cura private sempre più remunerative, e per la paura delle richieste di risarcimento che rendono poco ambiti i posti di lavoro nelle specialità chirurgiche – conclude il sindacalista – il sistema Italia non riesce ancora a cambiare rotta su questi problemi e continua a contingentare, a valori inferiori alle esigenze, il numero di accessi alle Facoltà mediche, continuando a costringere chi se lo può permettere ad andare a studiare all’estero”.

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