venerdì, 19 Aprile , 24

Tumore rene- Aifa: nuova cura dopo terapia anti-angiogenesi

Un farmaco innovativo per il tumore del rene, quello di cui e’ morta Marina Ripa di Meana, e’ stato in questi giorni approvato dall’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco. Si chiama cabozantinib e nello studio che oltre un anno fa lo porto’ all’ approvazione dell’Ema, l’agenzia europea, mostra un vantaggio pari a quasi 5 mesi nella sopravvivenza rispetto a everolimus, attuale standard di cura, mentre la riduzione del rischio di progressione della malattia e’ stata del 49% e la risposta alla cura e’ stata del 17% rispetto al 3% con everolimus. Sono dati che non a caso sottolinea Camillo Porta, oncologo del Policlinico San Matteo di Pavia, facendo notare il lungo lasso di tempo, oltre un anno appunto, fra l’approvazione dell’Ema e quella dell’Aifa: “Piu’ di un anno – rileva – in cui i malati italiani hanno dovuto rinunciare a una cura che in altri Paesi europei era gia’ a disposizione di tutti. In Germania, ad esempio, il farmaco approvato dall’Ema e’ subito disponibile al rimborso. E la rendicontazione si fa in seguito, dopo che si e’ fissato il prezzo. Perche’ non si puo’ fare lo stesso in Italia?”. “Per i pazienti oncologici e’ essenziale disporre in tempi brevi delle terapie innovative – dice Maurizio Limitone di Favo (Federazione Associazioni Volontariato in Oncologia) Lombardia -. I vantaggi di questi trattamenti in termini di sopravvivenza e qualita’ di vita possono avere un impatto decisivo anche per il reinserimento sociale e lavorativo”. Per cabozatinib le indicazioni dell’Aifa (come quelle dell’ Ema) riguardano i pazienti che abbiano gia’ ricevuto almeno una precedente terapia anti-angiogenesi. Negli Stati Uniti, la Fda l’ha gia’ approvato anche come farmaco di prima linea per i casi di tumore particolarmente aggressivi. Solo con l’avvento dei farmaci biologici la cura dei tumori del rene ha fatto reali passi avanti, “in particolare con quelli che svolgono un’azione anti-angiogenesi – dice Giuseppe Procopio (Istituto Tumori di Milano) – che hanno la capacita’ di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni, interferendo con lo sviluppo del tumore”. Cabotanzinib fa un passo in piu’: non solo blocca la formazione di nuovi vasi ma anche i meccanismi che il tumore mette in atto per sfuggire all’anti-angiogenesi. Il tumore del rene e’ prevenibile con uno stile di vita sano: ogni anno in Italia si fanno 13.600 nuove diagnosi, di cui 3.400 (il 25%) sono riconducibili al sovrappeso. Altri fattori di rischio sono il fumo (+50% rispetto ai non fumatori) e l’ ipertensione arteriosa (+60% rispetto ai normotesi).

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Un farmaco innovativo per il tumore del rene, quello di cui e’ morta Marina Ripa di Meana, e’ stato in questi giorni approvato dall’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco. Si chiama cabozantinib e nello studio che oltre un anno fa lo porto’ all’ approvazione dell’Ema, l’agenzia europea, mostra un vantaggio pari a quasi 5 mesi nella sopravvivenza rispetto a everolimus, attuale standard di cura, mentre la riduzione del rischio di progressione della malattia e’ stata del 49% e la risposta alla cura e’ stata del 17% rispetto al 3% con everolimus. Sono dati che non a caso sottolinea Camillo Porta, oncologo del Policlinico San Matteo di Pavia, facendo notare il lungo lasso di tempo, oltre un anno appunto, fra l’approvazione dell’Ema e quella dell’Aifa: “Piu’ di un anno – rileva – in cui i malati italiani hanno dovuto rinunciare a una cura che in altri Paesi europei era gia’ a disposizione di tutti. In Germania, ad esempio, il farmaco approvato dall’Ema e’ subito disponibile al rimborso. E la rendicontazione si fa in seguito, dopo che si e’ fissato il prezzo. Perche’ non si puo’ fare lo stesso in Italia?”. “Per i pazienti oncologici e’ essenziale disporre in tempi brevi delle terapie innovative – dice Maurizio Limitone di Favo (Federazione Associazioni Volontariato in Oncologia) Lombardia -. I vantaggi di questi trattamenti in termini di sopravvivenza e qualita’ di vita possono avere un impatto decisivo anche per il reinserimento sociale e lavorativo”. Per cabozatinib le indicazioni dell’Aifa (come quelle dell’ Ema) riguardano i pazienti che abbiano gia’ ricevuto almeno una precedente terapia anti-angiogenesi. Negli Stati Uniti, la Fda l’ha gia’ approvato anche come farmaco di prima linea per i casi di tumore particolarmente aggressivi. Solo con l’avvento dei farmaci biologici la cura dei tumori del rene ha fatto reali passi avanti, “in particolare con quelli che svolgono un’azione anti-angiogenesi – dice Giuseppe Procopio (Istituto Tumori di Milano) – che hanno la capacita’ di inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni, interferendo con lo sviluppo del tumore”. Cabotanzinib fa un passo in piu’: non solo blocca la formazione di nuovi vasi ma anche i meccanismi che il tumore mette in atto per sfuggire all’anti-angiogenesi. Il tumore del rene e’ prevenibile con uno stile di vita sano: ogni anno in Italia si fanno 13.600 nuove diagnosi, di cui 3.400 (il 25%) sono riconducibili al sovrappeso. Altri fattori di rischio sono il fumo (+50% rispetto ai non fumatori) e l’ ipertensione arteriosa (+60% rispetto ai normotesi).

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