“Il principale tumore dell’occhio nell’adulto e’ il melanoma della coroide, che colpisce circa 200 persone all’anno nel nostro Paese”. Lo fa sapere il professor Edoardo Midena (nella foto), direttore della Clinica Oculistica dell’Universita’ – Azienda Ospedaliera di Padova, in occasione del 97esimo Congresso nazionale della Societa’ Oftalmologica italiana, che si e’ chiuso a Roma. “Chi sono i soggetti piu’ a rischio e quali le prime avvisaglie? Oltre all’eta’ adulta non esistono concettualmente altri fattori di rischio particolari- risponde Midena- quanto alle prime avvisaglie dipendono da dove e’ localizzato il tumore dentro all’occhio, perche’ se e’ al centro della zona della retina si manifestera’ molto presto, con disturbi visivi come la distorsione delle immagini; se fosse invece nella parte periferica della retina si manifestera’ tardivamente con l’effetto di una perdita del campo visivo, cioe’ il soggetto vedra’ un’ombra di lato e quindi si rivolge all’oculista”. Ma quando possono essere operati i tumori oculari e che percentuale c’e’ di buona riuscita dell’evento? “Rispetto al passato oggi possono essere operati quasi tutti i tumori dell’occhio- fa sapere Midena- mentre nel passato l’unico intervento era rimuovere l’occhio in toto, anche anche se era un occhio che vedeva benissimo. Oggi noi sappiamo che utilizzando le tecniche cosiddette ‘conservative’ ci si riferisce alla conservazione del bulbo oculare, quindi anche tumori di grandi dimensioni, che prima erano totalmente destinati alla enucleazione, possono essere oggi trattati.
Il grande messaggio che finora non e’ ben noto e’ che il controllo locale della malattia oculare neoplastica avviene nei centri specializzati in oltre il 95% dei casi, che e’ una cosa incredibile nel campo della oncologia medica e chirurgica. Quindi questo ancora di piu’ muove alla necessita’ di una diagnosi corretta e di un trattamento adeguato”. La ricerca intanto va avanti anche in questo campo… “Per definizione la ricerca va sempre avanti in medicina- aggiunge ancora Midena- diciamo che, a fronte di un controllo quasi completo della malattia locale, il problema del melanoma della coroide sono le metastasi che sono di tipo sistemico e sono a livello del fegato, per il quale la sopravvivenza diminuisce drasticamente. Quindi la ricerca mira a scoprire quei tumori, quindi quei soggetti che hanno il tumore che siano piu’ a rischio di questo fenomeno. E questo e’ possibile oggi con un’indagine di tipo genetico che si fa direttamente sulla lesione intraoculare. Nel momento in cui si va a fare l’intervento per il trattamento della lesione oculare si campiona una microscopica quantita’ del tessuto della lesione- conclude l’esperto- e si fa un’analisi genetica”.