Si può mangiare un po’ più ‘salato’ di quanto consiglia attualmente l’Organizzazione Mondiale della Sanità, senza esagerare naturalmente, e bilanciando con un’adeguata assunzione di potassio alimentare.
Lo stabilisce una ricerca pubblicata sul BMJ, siglata da Martin O’Donnel(Population Health Research Institute, DBCVS Research Institute, McMaster University, Canada) e condotta dal gruppo di ricerca PURE (Prospective Urban Rural Epidemiological), coordinato da Salim Yusuf, uno dei trialisti più famosi del mondo, ha analizzato l’escrezione urinaria di sodio e potassio (utilizzata come surrogato dell’assunzione dietetica) correlandola agli eventi cardiovascolari e alla mortalità, in una popolazione di 103.570 adulti appartenenti a 18 nazioni a basso e medio reddito.
L’analisi ha consentito di generare una variabile a sei categorie relativa all’escrezione di sodio e potassio combinate: escrezione di sodio bassa (<3 gr/die), moderata (3-5 g/die) e alta (> 5 g/die) rispetto ad un’escrezione di potassio maggiore, uguale o inferiore ad una mediana di 2,1 g/die.
L’escrezione urinaria media stimata per il sodio e per il potassio è risultata rispettivamente di 4,93 g/die e di 2,12 g/die. Dopo un follow up di 8,2 anni, il 6,1% (7.884) dei partecipanti era deceduto o aveva presentato un evento cardiovascolare maggiore. Un’aumentata escrezione urinaria di sodio è risultata correlata positivamente con un’aumentata escrezione urinaria di potassio (solo lo 0,002% dei partecipanti presentavano un’escrezione urinaria di < 2 g/die di sodio e > 3,5 g/die di potassio).
Da questa complessa analisi emerge una relazione a curva J tra escrezione urinaria di sodio ed eventi cardiovascolari/mortalità, mentre si è evidenziata una relazione inversa tra l’escrezione di potassio ed eventi cardiovascolari/mortalità. Andando ad analizzare le diverse categorie definite dall’escrezione congiunta di sodio e di potassio, emerge che quella associata al minor rischio di eventi cardiovascolari/mortalità è il gruppo con escrezione moderata di sodio (3-5 g/die) e maggior escrezione di potassio, presente nel 21,9% della coorte analizzata. Dal confronto con questa categoria a basso rischio emerge che le categorie a maggior rischio di eventi cardiovascolari/mortalità sono il gruppo bassa escrezione di sodio/bassa escrezione di potassio (+ 23%) e il gruppo alta escrezione di sodio/bassa escrezione di potassio (+ 21%). Il concetto generale è che una maggior escrezione urinaria di potassio attenuerebbe l’aumentato rischio cardiovascolare associato ad un’elevata escrezione di sodio.
Secondo gli autori insomma questi risultati suggeriscono che la ricetta vincente per la salute cardiovascolare e per ridurre il rischio di mortalità sia rappresentata da un’assunzione di sodio moderata (3-5 g/die*), associata ad un elevato apporto di potassio con la dieta. Le attuali raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità relative all’assunzione giornaliera di sodio sono molto restrittive poiché prevedono < 2,0 grammi al giorno (l’assunzione media nella vita reale è d circa 4 gr/die); per il potassio è raccomandata un’assunzione superiore a 3,5 g al giorno per gli adulti (mentre l’assunzione media nella vita reale è d circa 2 gr/die).
*1 grammo di sale da cucina contiene circa 0,4 grammi di sodio; quindi 1 grammo di sodio equivale a 2,5 grammi di sale da cucina
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