martedì, 15 Ottobre , 24

Sindrome dello spogliatoio: inglesi più colpiti

Il momento più delicato “per molti uomini è quello della doccia in palestra, quando ci si spoglia e, giocoforza, si fanno i confronti. Anche per una questione di prospettiva, gli altri sembreranno più dotati. E se si potrebbe pensare che l’aplomb britannico protegga dalla ‘sindrome dello spogliatoio’, questo non è affatto vero. Anzi, secondo una recente indagine di Yougov, solo il 36% degli inglesi di 18-24 anni è contento delle proprie misure (contro il 58% degli americani, per esempio), e il 42% vorrebbe essere più dotato. Ma il fenomeno riguarda ogni età: il 35% dei maschi inglesi vorrebbe essere più dotato, contro il 22% in Germania, il 29% in America e il 28% in Italia”. Parola di Alessandro Littara, andrologo, pioniere del ‘sex design’ e direttore del Centro di medicina sessuale di Milano, che da 4 anni opera anche a Londra.

“Proprio operando a Londra – confida Littara – non sono rimasto colpito dai risultati del sondaggio di Yougov, confermati dal numero di richieste che ricevo dalla Gran Bretagna sulla falloplastica”, la chirurgia di modifica delle dimensioni maschili. “Si tratta di una materia considerata troppo spesso tabù, ma le richieste in realtà aumentano esponenzialmente anno dopo anno”, testimonia l’esperto.

Insomma, stando a Littara, in barba al refrain della celebre commedia ‘Niente sesso, siamo inglesi’, anche i sudditi di Sua Maestà si trovano a fare i conti con le dimensioni intime. “E un’ampia fetta di uomini non è soddisfatta di ciò che la natura gli ha dato, più degli italiani (28%)”, dice Littara ricordando il dato “di una recente indagine della Società italiana di andrologia”. 

Ma se nello spogliatoio “la prospettiva non aiuta”, quali sono le dimensioni che dovrebbero rassicurare gli uomini alle prese con i confronti? “In media in Italia il pene in erezione è di 13-15 cm, ma bisogna dire che conta anche la struttura fisica: l’effetto cambia – avverte Littara – se si è alti 1,90 o 1,60 m”. A favorire la sindrome dello spogliatoio è anche il fatto che “l’uomo vede se stesso dall’alto e gli altri di fronte: la prima – assicura l’andrologo – è una prospettiva penalizzante”.

Al di là dei problemi oggettivi, legati a misure al di sotto della media, “c’è poi una parte soggettiva di insoddisfazione. Oggi, comunque, a contattare l’andrologo sono per lo più uomini di 30-50 anni, per i quali il problema delle dimensioni si riflette pesantemente sulla qualità della vita”. Ebbene, la falloplastica “consente di ‘guadagnare’ da 2 a 4 cm – assicura l’esperto – Oggi nell’80% dei casi eseguiamo interventi di allungamento e ingrossamento. Operazioni che durano circa un’ora e che consentono al paziente di ritrovare una nuova sicurezza”. Non solo nello spogliatoio.

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“Proprio operando a Londra – confida Littara – non sono rimasto colpito dai risultati del sondaggio di Yougov, confermati dal numero di richieste che ricevo dalla Gran Bretagna sulla falloplastica”, la chirurgia di modifica delle dimensioni maschili. “Si tratta di una materia considerata troppo spesso tabù, ma le richieste in realtà aumentano esponenzialmente anno dopo anno”, testimonia l’esperto.

Insomma, stando a Littara, in barba al refrain della celebre commedia ‘Niente sesso, siamo inglesi’, anche i sudditi di Sua Maestà si trovano a fare i conti con le dimensioni intime. “E un’ampia fetta di uomini non è soddisfatta di ciò che la natura gli ha dato, più degli italiani (28%)”, dice Littara ricordando il dato “di una recente indagine della Società italiana di andrologia”. 

Ma se nello spogliatoio “la prospettiva non aiuta”, quali sono le dimensioni che dovrebbero rassicurare gli uomini alle prese con i confronti? “In media in Italia il pene in erezione è di 13-15 cm, ma bisogna dire che conta anche la struttura fisica: l’effetto cambia – avverte Littara – se si è alti 1,90 o 1,60 m”. A favorire la sindrome dello spogliatoio è anche il fatto che “l’uomo vede se stesso dall’alto e gli altri di fronte: la prima – assicura l’andrologo – è una prospettiva penalizzante”.

Al di là dei problemi oggettivi, legati a misure al di sotto della media, “c’è poi una parte soggettiva di insoddisfazione. Oggi, comunque, a contattare l’andrologo sono per lo più uomini di 30-50 anni, per i quali il problema delle dimensioni si riflette pesantemente sulla qualità della vita”. Ebbene, la falloplastica “consente di ‘guadagnare’ da 2 a 4 cm – assicura l’esperto – Oggi nell’80% dei casi eseguiamo interventi di allungamento e ingrossamento. Operazioni che durano circa un’ora e che consentono al paziente di ritrovare una nuova sicurezza”. Non solo nello spogliatoio.

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