domenica, 8 Settembre , 24

Quasi 8 italiani su 10 soffrono di crisi d’ansia

Gli italiani sempre piu’ ansiosi e apprensivi. Al lanciare l’allarme e’ stata l’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap) che ha condotto un sondaggio online, al quale hanno risposto oltre 700 persone, uomini e donne tra i 19 e i 60 anni. Dai risultati e’ emerso che il 79 per cento ha avuto, durante l’ultimo mese, manifestazioni fisiche frequenti e intense di ansia; il 73 per cento si percepisce come una persona molto apprensiva, che si preoccupa facilmente di piccole cose/situazioni; il 68 per cento dichiara di avere non poco disagio a stare lontano da casa o da luoghi familiari, mentre il 91 per cento trova molto spesso difficolta’ nel rilassarsi. “Questi dati descrivono uno scenario molto complesso e preoccupante e spesso sottovalutato soprattutto dai piu’ giovani”, afferma Paola Vinciguerra, presidente Eurodap, autore insieme ad Isabel Fernandez, Presidente EMDR Italia e Europa del libro “Il panico ospite imprevisto – Diagnosi del disturbo e terapia EMDR”, edito Mimesis, che sara’ presentato oggi a Roma (Hotel Quirinale, via Nazionale 7 – ore 18.30). “Episodi di ansia non sono da minimizzare poiche’, se ignorata, potrebbe generare a sua volta un attacco di panico. Tale esperienza viene spesso vissuta come un vero e proprio evento traumatico”, aggiunge. “Per esempio potremmo essere in ansia – continua Vinciguerra – per una possibile bocciatura ad un esame importante; per l’esito negativo di una gara a cui dobbiamo partecipare o assistere; per la risposta dopo un importante colloquio di lavoro riguardo una posizione aziendale. In tutti questi casi e’ quasi impossibile non reagire con ansia e, se essa fosse troppo elevata e intollerabile, avere il desiderio che questa passi il piu’ presto possibile. Se tale condizione si protraesse troppo a lungo sarebbe possibile il manifestarsi di un vero e proprio attacco di panico”.
Ma come sono fatti sia l’uno che l’altro? “Inizialmente, quando l’ansia e’ ancora sostenibile, proviamo un lieve stato di apprensione assieme a sintomi fisici e psicologici multipli come, palpitazioni, leggera sudorazione e un iperfocalizzazione sulla situazione o l’oggetto in questione. L’aumento dell’adrenalina nel nostro sistema – spiega l’esperta – scatena tutta una serie di processi neurochimici tali da far aumentare il battito cardiaco, la circolazione sanguigna nel nostro corpo tale da predisporci poi ad un eventuale iperfocalizzazzione sulle sensazioni provate, scatenando cosi’ un comportamento d’urgenza di allontanamento dalla fonte di minaccia/pericolo”. Ma con una serie di suggerimenti e’ possibile promuovere uno stato di benessere e far fronte a questa condizione di panico qualora si presentasse. “Imparare a respirare per rilassarsi: un respiro lento e profondo, dove si espande la cassa toracica e si apre il diaframma, prestando attenzione all’aria che entra e esce dai nostri polmoni”, afferma la psicoterapeuta anche direttore Scientifico di Bioequilibrium. “Essere presenti nel qui ed ora: un attacco di panico – continua – puo’ durare molti minuti, ma puo’ essere percepito da chi lo vive come fosse un’eternita’. Cercare di tener presente anche durante un attacco di panico che esso ha una fine puo’ essere utile per riacquisire la calma perduta. Saper spostare l’attenzione: l’eccesso di concentrazione verso cio’ che si sta provando durante un attacco di panico fa si che tale esperienza sia vissuta come qualcosa di pericoloso. Saper spostare, invece, l’attenzione altrove verso elementi puo’ permetterci di distanziarci dai sintomi fisici e dai pensieri catastrofici”. Il disturbo di attacco di panico si manifesta generalmente tra i 15 ed i 35 anni, con una seconda punta d’insorgenza tra i 44 ed i 55 anni; diffuso in misura maggiore nella popolazione femminile, e’ in aumento tra gli uomini, soprattutto professionisti e manager. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanita’, entro il 2020 sara’ la seconda patologia piu’ diffusa al mondo dopo i disturbi cardiovascolari. 

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Gli italiani sempre piu’ ansiosi e apprensivi. Al lanciare l’allarme e’ stata l’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap) che ha condotto un sondaggio online, al quale hanno risposto oltre 700 persone, uomini e donne tra i 19 e i 60 anni. Dai risultati e’ emerso che il 79 per cento ha avuto, durante l’ultimo mese, manifestazioni fisiche frequenti e intense di ansia; il 73 per cento si percepisce come una persona molto apprensiva, che si preoccupa facilmente di piccole cose/situazioni; il 68 per cento dichiara di avere non poco disagio a stare lontano da casa o da luoghi familiari, mentre il 91 per cento trova molto spesso difficolta’ nel rilassarsi. “Questi dati descrivono uno scenario molto complesso e preoccupante e spesso sottovalutato soprattutto dai piu’ giovani”, afferma Paola Vinciguerra, presidente Eurodap, autore insieme ad Isabel Fernandez, Presidente EMDR Italia e Europa del libro “Il panico ospite imprevisto – Diagnosi del disturbo e terapia EMDR”, edito Mimesis, che sara’ presentato oggi a Roma (Hotel Quirinale, via Nazionale 7 – ore 18.30). “Episodi di ansia non sono da minimizzare poiche’, se ignorata, potrebbe generare a sua volta un attacco di panico. Tale esperienza viene spesso vissuta come un vero e proprio evento traumatico”, aggiunge. “Per esempio potremmo essere in ansia – continua Vinciguerra – per una possibile bocciatura ad un esame importante; per l’esito negativo di una gara a cui dobbiamo partecipare o assistere; per la risposta dopo un importante colloquio di lavoro riguardo una posizione aziendale. In tutti questi casi e’ quasi impossibile non reagire con ansia e, se essa fosse troppo elevata e intollerabile, avere il desiderio che questa passi il piu’ presto possibile. Se tale condizione si protraesse troppo a lungo sarebbe possibile il manifestarsi di un vero e proprio attacco di panico”.
Ma come sono fatti sia l’uno che l’altro? “Inizialmente, quando l’ansia e’ ancora sostenibile, proviamo un lieve stato di apprensione assieme a sintomi fisici e psicologici multipli come, palpitazioni, leggera sudorazione e un iperfocalizzazione sulla situazione o l’oggetto in questione. L’aumento dell’adrenalina nel nostro sistema – spiega l’esperta – scatena tutta una serie di processi neurochimici tali da far aumentare il battito cardiaco, la circolazione sanguigna nel nostro corpo tale da predisporci poi ad un eventuale iperfocalizzazzione sulle sensazioni provate, scatenando cosi’ un comportamento d’urgenza di allontanamento dalla fonte di minaccia/pericolo”. Ma con una serie di suggerimenti e’ possibile promuovere uno stato di benessere e far fronte a questa condizione di panico qualora si presentasse. “Imparare a respirare per rilassarsi: un respiro lento e profondo, dove si espande la cassa toracica e si apre il diaframma, prestando attenzione all’aria che entra e esce dai nostri polmoni”, afferma la psicoterapeuta anche direttore Scientifico di Bioequilibrium. “Essere presenti nel qui ed ora: un attacco di panico – continua – puo’ durare molti minuti, ma puo’ essere percepito da chi lo vive come fosse un’eternita’. Cercare di tener presente anche durante un attacco di panico che esso ha una fine puo’ essere utile per riacquisire la calma perduta. Saper spostare l’attenzione: l’eccesso di concentrazione verso cio’ che si sta provando durante un attacco di panico fa si che tale esperienza sia vissuta come qualcosa di pericoloso. Saper spostare, invece, l’attenzione altrove verso elementi puo’ permetterci di distanziarci dai sintomi fisici e dai pensieri catastrofici”. Il disturbo di attacco di panico si manifesta generalmente tra i 15 ed i 35 anni, con una seconda punta d’insorgenza tra i 44 ed i 55 anni; diffuso in misura maggiore nella popolazione femminile, e’ in aumento tra gli uomini, soprattutto professionisti e manager. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanita’, entro il 2020 sara’ la seconda patologia piu’ diffusa al mondo dopo i disturbi cardiovascolari. 

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