giovedì, 10 Ottobre , 24

Papa: carriera, estetica, droga sono idoli che sacrificano vite

“Gli idoli esigono un culto, dei rituali, ad essi ci si prostra e si sacrifica tutto”. Papa Francesco riprende l’udienza del mercoledì, in aula Paolo VI; e si concentra sul primo dei dieci comandamenti affidati da Dio al popolo di Israele nella Bibbia. “In antichità si facevano sacrifici umani agli idoli, ma anche oggi: per la carriera – parlate con un arrampicatore – si sacrificano i figli, trascurandoli o semplicemente non generandoli; la bellezza chiede sacrifici umani: quante ore davanti allo specchio qualche persona qualche donna spende per truccarsi: questa è anche un’idolatria… non è cattivo truccarsi, ma normalmente, non per diventare una dea; la fama chiede l’immolazione di sé stessi, della propria innocenza e autenticità. Gli idoli chiedono sangue. Il denaro ruba la vita e il piacere porta alla solitudine. Le strutture economiche sacrificano vite umane per utili maggiori: pensiamo a tanta gente senza lavoro perché gli imprenditori di quella ditta hanno risolto di lasciare, congedare gente per guadagnare più soldi, l’idolo dei soldi. Si vive nell’ipocrisia, facendo e dicendo quel che gli altri si aspettano, perché il dio della propria affermazione lo impone. E si rovinano vite, si distruggono famiglie e si abbandonano giovani in mano a modelli distruttivi, pur di aumentare il profitto. Anche la droga è un idolo: quanti giovani rovinano la salute, persino la vita, adorando questo idolo della droga. Qui arriva il terzo e più tragico stadio: “…e non li servirai”. Gli idoli schiavizzano. Promettono felicità ma non la danno; e ci si ritrova a vivere per quella cosa o per quella visione, presi in un vortice auto-distruttivo, in attesa di un risultato che non arriva mai”.

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“Gli idoli esigono un culto, dei rituali, ad essi ci si prostra e si sacrifica tutto”. Papa Francesco riprende l’udienza del mercoledì, in aula Paolo VI; e si concentra sul primo dei dieci comandamenti affidati da Dio al popolo di Israele nella Bibbia. “In antichità si facevano sacrifici umani agli idoli, ma anche oggi: per la carriera – parlate con un arrampicatore – si sacrificano i figli, trascurandoli o semplicemente non generandoli; la bellezza chiede sacrifici umani: quante ore davanti allo specchio qualche persona qualche donna spende per truccarsi: questa è anche un’idolatria… non è cattivo truccarsi, ma normalmente, non per diventare una dea; la fama chiede l’immolazione di sé stessi, della propria innocenza e autenticità. Gli idoli chiedono sangue. Il denaro ruba la vita e il piacere porta alla solitudine. Le strutture economiche sacrificano vite umane per utili maggiori: pensiamo a tanta gente senza lavoro perché gli imprenditori di quella ditta hanno risolto di lasciare, congedare gente per guadagnare più soldi, l’idolo dei soldi. Si vive nell’ipocrisia, facendo e dicendo quel che gli altri si aspettano, perché il dio della propria affermazione lo impone. E si rovinano vite, si distruggono famiglie e si abbandonano giovani in mano a modelli distruttivi, pur di aumentare il profitto. Anche la droga è un idolo: quanti giovani rovinano la salute, persino la vita, adorando questo idolo della droga. Qui arriva il terzo e più tragico stadio: “…e non li servirai”. Gli idoli schiavizzano. Promettono felicità ma non la danno; e ci si ritrova a vivere per quella cosa o per quella visione, presi in un vortice auto-distruttivo, in attesa di un risultato che non arriva mai”.

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