giovedì, 10 Ottobre , 24

Nursing up: nuovo sciopero infermieri 12 e 13 aprile

Nuovo sciopero degli infermieri e del personale del comparto sanità (dirigenza esclusa): proclamate 48 ore di astensione il 12 e 13 aprile 2018 per tutti i turni di servizio. Lo annuncia il sindacato degli infermieri Nursing Up, che prosegue, insieme con l’altra sigla di categoria Nursind, le proteste dei professionisti sanitari, iniziate lo scorso 23 febbraio con lo sciopero e la manifestazione di piazza a Roma. Annunciate assemblee sul territorio nazionale. L’astensione dal lavoro avrà inizio dalla mezzanotte di giovedì 12 aprile e proseguirà fino alle 24 di venerdì 13.

“Andiamo avanti con 48 ore di sciopero – dichiara il presidente del sindacato Nursing Up, Antonio De Palma, che si dice certo della massima partecipazione alle proteste – forti dell’adesione massiccia dei professionisti sanitari che hanno provocato venerdì scorso il blocco delle sale operatorie degli ospedali e degli ambulatori nelle aziende sanitarie di tutta Italia. Vogliamo ascoltare il grido di protesta che si è levato durante la grande manifestazione di piazza Santi Apostoli, il grido di chi chiede riconoscimenti della propria dignità professionale che si traduce in una giusta retribuzione e turni di lavoro più umani”.

“Non sarà certo un contratto misero, quello è stato sottoscritto il 23 febbraio scorso senza di noi, a fermare gli infermieri italiani. La mobilitazione prosegue – spiega il sindacalista – per le stesse ragioni di prima: riteniamo inaccettabile la carenza di risorse dovuta al disinteresse del Governo verso gli infermieri e gli altri lavoratori del Ssn. C’è stata una grave mancanza di rispetto da parte delle istituzioni verso le migliaia di infermieri che hanno scioperato, nell’affrettare la chiusura del Ccnl con un tour de force di 28 ore, senza dare risposte alle nostre richieste”. 

Le ragioni della lotta, si legge in una nota, rimangono invariate. Per gli infermieri non è accettabile: il perdurare del blocco del trattamento economico del personale del Ssn e il taglio dei fondi della contrattazione integrativa, perché “non saranno certo 85 euro medi promessi a tutti i lavoratori, o i 67 euro che il contratto appena sottoscritto attribuisce agli infermieri in categoria ‘D’, che consentiranno di colmare il vuoto lasciato da 9 anni di congelamento contrattuale”; il mancato riconoscimento della progressione economica (passaggio di fascia) e di quella verticale (passaggio di categoria) per infermieri, caposala e altri professionisti sanitari del comparto.

E ancora: la mancata valorizzazione dell’anzianità di servizio delle professioni sanitarie non mediche tramite scatti di carriera, il mancato riconoscimento delle ore necessarie all’aggiornamento professionale, la mancata possibilità di svolgere attività libero professionale; il permanere della crisi occupazionale infermieristica che vede oltre 25 mila infermieri disoccupati; il sovraccaricare di lavoro il personale infermieristico per via del mancato ricambio generazionale dovuto al blocco del turnover e alle esasperanti condizioni lavorative, logica conseguenza, e alle ristrettezze economiche e al drastico contenimento dei costi messi in campo dalle aziende sanitarie.

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“Andiamo avanti con 48 ore di sciopero – dichiara il presidente del sindacato Nursing Up, Antonio De Palma, che si dice certo della massima partecipazione alle proteste – forti dell’adesione massiccia dei professionisti sanitari che hanno provocato venerdì scorso il blocco delle sale operatorie degli ospedali e degli ambulatori nelle aziende sanitarie di tutta Italia. Vogliamo ascoltare il grido di protesta che si è levato durante la grande manifestazione di piazza Santi Apostoli, il grido di chi chiede riconoscimenti della propria dignità professionale che si traduce in una giusta retribuzione e turni di lavoro più umani”.

“Non sarà certo un contratto misero, quello è stato sottoscritto il 23 febbraio scorso senza di noi, a fermare gli infermieri italiani. La mobilitazione prosegue – spiega il sindacalista – per le stesse ragioni di prima: riteniamo inaccettabile la carenza di risorse dovuta al disinteresse del Governo verso gli infermieri e gli altri lavoratori del Ssn. C’è stata una grave mancanza di rispetto da parte delle istituzioni verso le migliaia di infermieri che hanno scioperato, nell’affrettare la chiusura del Ccnl con un tour de force di 28 ore, senza dare risposte alle nostre richieste”. 

Le ragioni della lotta, si legge in una nota, rimangono invariate. Per gli infermieri non è accettabile: il perdurare del blocco del trattamento economico del personale del Ssn e il taglio dei fondi della contrattazione integrativa, perché “non saranno certo 85 euro medi promessi a tutti i lavoratori, o i 67 euro che il contratto appena sottoscritto attribuisce agli infermieri in categoria ‘D’, che consentiranno di colmare il vuoto lasciato da 9 anni di congelamento contrattuale”; il mancato riconoscimento della progressione economica (passaggio di fascia) e di quella verticale (passaggio di categoria) per infermieri, caposala e altri professionisti sanitari del comparto.

E ancora: la mancata valorizzazione dell’anzianità di servizio delle professioni sanitarie non mediche tramite scatti di carriera, il mancato riconoscimento delle ore necessarie all’aggiornamento professionale, la mancata possibilità di svolgere attività libero professionale; il permanere della crisi occupazionale infermieristica che vede oltre 25 mila infermieri disoccupati; il sovraccaricare di lavoro il personale infermieristico per via del mancato ricambio generazionale dovuto al blocco del turnover e alle esasperanti condizioni lavorative, logica conseguenza, e alle ristrettezze economiche e al drastico contenimento dei costi messi in campo dalle aziende sanitarie.

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