domenica, 5 Maggio , 24

Melanoma metastatico, Zirtec potenzia immunoterapia

Studio dell'Istituto dei tumori Pascale dimostra che chi assume l'antistaminico dà risposte migliori di chi non lo assume

Uno studio effettuato su una corte di 121 pazienti, affetti da melanoma metastatico, condotto dal gruppo di oncologi di Paolo Ascierto, ma che si è avvalso della collaborazione delle professionalità più qualificate del Pascale, ha evidenziato che i soggetti che assumono un semplice antistaminico, come la Cetirizina (il più comune Zirtec), hanno risposte migliori al trattamento con immunoterapia rispetto ad altri che non fanno uso di questo farmaco. Nello specifico è stato osservato che i pazienti trattati con Cetirizina, in concomitanza con l’immonoterapico anti-PD-1, hanno una sopravvivenza libera da malattia e sopravvivenza globale significativamente più lunga. Inoltre, i pazienti che assumono Cetirizina hanno risposte migliori anche in termini di beneficio clinico.

Nello studio, pubblicato sulla rivista Journal of Translation Medicine, è stato valutato il profilo di espressione genetica di tutti i pazienti e le analisi di questa indagine hanno evidenziato che 71 soggetti su 121, che assumono il farmaco antistaminico, hanno avuto un aumento del marcatore specifico delle cellule immunitarie buone (quelle cioè che combattono il tumore).

“Nel complesso – dice Domenico Mallardo (nella foto), biologo e prima firma di questo studio – le nostre osservazioni suggeriscono che la terapia concomitante con Cetirizina può aumentare l’efficacia degli agenti immunitari attraverso l’interferone che promuove la polarizzazione delle cellule immunitarie, macrofagi (M1) con una forte attività anti-tumorale, rispetto invece ai macrofagi (M2) che hanno un’attività pro-tumorale. È noto, d’altra parte, che la Cetirizina ha un’attività antistaminica ed effetti antinfiammatori e migliora la produzione di interferone”.

Allo studio retrospettivo, vale a dire portato avanti su soggetti già in terapia, ha partecipato un po’ tutto l’Istituto: Oltre a Mallardo, anche Miriam Paone, Ester Simeone, Luigi Scarpato, Marco Palla, Vito Vanella, Maria Grazia Vitale, Teresa De Cristofaro, Valentina Borzillo, Alessio Cortellini, Francesca Sparano, Sandro Pignata, Francesco Fiore, Corrado Caracò, Piera Maiolino, Antonella Petrillo, Ernesta Cavalcanti, Dino Lastoria, Paolo Muto, Paolo Ascierto e Alfredo Budillon, direttore scientifico dell’Irccs partenopeo, nonché coautore dello studio.

“Mai come in questo caso si può parlare di un grandissimo gioco di squadra – dice Budillon – Oltre al gruppo di Ascierto tra le firme troviamo le professionalità più qualificate di vari settori, dalla radiologia alla radioterapia, dalla farmacia alla medicina nucleare, al laboratorio di analisi”.

“Sebbene a livello internazionale si stia da poco discutendo delle possibili interazioni tra l’assunzione di antistaminici e il trattamento con immunoterapia – aggiunge il direttore generale del più grande polo oncologico del Mezzogiorno, Attilio Bianchi – il gruppo di oncologi del nostro istituto è stato il primo a dare una spiegazione a questo fenomeno confermando ancora una volta l’eccellenza a livello internazionale del Pascale”.

Uno studio effettuato su una corte di 121 pazienti, affetti da melanoma metastatico, condotto dal gruppo di oncologi di Paolo Ascierto, ma che si è avvalso della collaborazione delle professionalità più qualificate del Pascale, ha evidenziato che i soggetti che assumono un semplice antistaminico, come la Cetirizina (il più comune Zirtec), hanno risposte migliori al trattamento con immunoterapia rispetto ad altri che non fanno uso di questo farmaco. Nello specifico è stato osservato che i pazienti trattati con Cetirizina, in concomitanza con l’immonoterapico anti-PD-1, hanno una sopravvivenza libera da malattia e sopravvivenza globale significativamente più lunga. Inoltre, i pazienti che assumono Cetirizina hanno risposte migliori anche in termini di beneficio clinico.

Nello studio, pubblicato sulla rivista Journal of Translation Medicine, è stato valutato il profilo di espressione genetica di tutti i pazienti e le analisi di questa indagine hanno evidenziato che 71 soggetti su 121, che assumono il farmaco antistaminico, hanno avuto un aumento del marcatore specifico delle cellule immunitarie buone (quelle cioè che combattono il tumore).

“Nel complesso – dice Domenico Mallardo (nella foto), biologo e prima firma di questo studio – le nostre osservazioni suggeriscono che la terapia concomitante con Cetirizina può aumentare l’efficacia degli agenti immunitari attraverso l’interferone che promuove la polarizzazione delle cellule immunitarie, macrofagi (M1) con una forte attività anti-tumorale, rispetto invece ai macrofagi (M2) che hanno un’attività pro-tumorale. È noto, d’altra parte, che la Cetirizina ha un’attività antistaminica ed effetti antinfiammatori e migliora la produzione di interferone”.

Allo studio retrospettivo, vale a dire portato avanti su soggetti già in terapia, ha partecipato un po’ tutto l’Istituto: Oltre a Mallardo, anche Miriam Paone, Ester Simeone, Luigi Scarpato, Marco Palla, Vito Vanella, Maria Grazia Vitale, Teresa De Cristofaro, Valentina Borzillo, Alessio Cortellini, Francesca Sparano, Sandro Pignata, Francesco Fiore, Corrado Caracò, Piera Maiolino, Antonella Petrillo, Ernesta Cavalcanti, Dino Lastoria, Paolo Muto, Paolo Ascierto e Alfredo Budillon, direttore scientifico dell’Irccs partenopeo, nonché coautore dello studio.

“Mai come in questo caso si può parlare di un grandissimo gioco di squadra – dice Budillon – Oltre al gruppo di Ascierto tra le firme troviamo le professionalità più qualificate di vari settori, dalla radiologia alla radioterapia, dalla farmacia alla medicina nucleare, al laboratorio di analisi”.

“Sebbene a livello internazionale si stia da poco discutendo delle possibili interazioni tra l’assunzione di antistaminici e il trattamento con immunoterapia – aggiunge il direttore generale del più grande polo oncologico del Mezzogiorno, Attilio Bianchi – il gruppo di oncologi del nostro istituto è stato il primo a dare una spiegazione a questo fenomeno confermando ancora una volta l’eccellenza a livello internazionale del Pascale”.

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