giovedì, 10 Ottobre , 24

Massimo Trucco (FSI): “Lavoratori interinali e territorialità per risolvere ingorghi ospedali”

“Non siamo in grado di rispondere alle emergenze mettendo in campo soluzioni concrete e anche banali, né di programmare un’assistenza territoriale in modo da evitare che gli ospedali si ingorghino” riferisce a Salute a Tutti il coordinatore regionale di FSI, il sindacalista Massimo Trucco, in merito all’”emergenza ingressi” scattata negli ospedali napoletani nelle ultime settimane e dovuta all’imperversare del virus influenzale.

“Diversamente dagli altri sindacati il nostro punto di vista è che il fenomeno delle barelle non dipende assolutamente dal Cardarelli: il Cardarelli diventa un porto di mare e a un certo punto viene invaso da tutte le barche che sfuggono dal mare in tempesta. Il problema è che tutta una serie di adempimenti sono rimasti sulla carta. A partire dal Policlinico che affianca il Cardarelli e da altri ospedali che non aprono le loro porte. Quando succedono queste cose ci dovrebbe essere un meccanismo automatico per cui tutta una serie di ospedali dovrebbero attivare i pronto soccorso, e il Cardarelli dovrebbe avere la possibilità di smistare subito gli ammalati presso gli altri ospedali” suggerisce Trucco.

“E soprattutto” aggiunge “ci dovrebbero essere task force di lavoro fresco, nuovo. Occorrerebbero lavoratori interinali da assumere in periodi critici. Non può il Cardarelli affrontare queste emergenze con il personale ordinario, tenuto anche conto dei vincoli di legge per cui è vietato splafonare con il lavoro straordinario”.

Trucco individua le cause del raggiungimento di livelli di emergenza in una visione burocratica “a partire dalla Regione che blocca i direttori generali. La Regione ha un ruolo di programmazione e di controllo e di mettere in campo le risorse e le autorizzazioni, oggi c’è un meccanismo per cui se un Direttore Generale vuole fare un’assunzione interinale per dieci persone per dieci giorni, non lo fa. Occorrerebbe alla Regione maggiore elasticità mentale e pratica, e maggiore competenza per i Direttori Generale delle Asl affinché le strutture sanitarie territoriali funzionino”. Ancora: “Nei distretti sanitari non c’è integrazione tra ospedale e territorio, mancano riferimenti, al di là dei medici di famiglia e degli ospedali. In varie regioni del Nord Italia esistono strutture polispecialistiche, funzionanti nelle 24h , come le case della salute”. Investire sull’ integrazione tra ospedale e territorio, per Massimo Trucco, permetterebbe al paziente di essere costantemente seguito, oltre ad affrontare con maggiore serenità periodi di incremento dell’assistenza sanitario, come quello influenzale.

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“Diversamente dagli altri sindacati il nostro punto di vista è che il fenomeno delle barelle non dipende assolutamente dal Cardarelli: il Cardarelli diventa un porto di mare e a un certo punto viene invaso da tutte le barche che sfuggono dal mare in tempesta. Il problema è che tutta una serie di adempimenti sono rimasti sulla carta. A partire dal Policlinico che affianca il Cardarelli e da altri ospedali che non aprono le loro porte. Quando succedono queste cose ci dovrebbe essere un meccanismo automatico per cui tutta una serie di ospedali dovrebbero attivare i pronto soccorso, e il Cardarelli dovrebbe avere la possibilità di smistare subito gli ammalati presso gli altri ospedali” suggerisce Trucco.

“E soprattutto” aggiunge “ci dovrebbero essere task force di lavoro fresco, nuovo. Occorrerebbero lavoratori interinali da assumere in periodi critici. Non può il Cardarelli affrontare queste emergenze con il personale ordinario, tenuto anche conto dei vincoli di legge per cui è vietato splafonare con il lavoro straordinario”.

Trucco individua le cause del raggiungimento di livelli di emergenza in una visione burocratica “a partire dalla Regione che blocca i direttori generali. La Regione ha un ruolo di programmazione e di controllo e di mettere in campo le risorse e le autorizzazioni, oggi c’è un meccanismo per cui se un Direttore Generale vuole fare un’assunzione interinale per dieci persone per dieci giorni, non lo fa. Occorrerebbe alla Regione maggiore elasticità mentale e pratica, e maggiore competenza per i Direttori Generale delle Asl affinché le strutture sanitarie territoriali funzionino”. Ancora: “Nei distretti sanitari non c’è integrazione tra ospedale e territorio, mancano riferimenti, al di là dei medici di famiglia e degli ospedali. In varie regioni del Nord Italia esistono strutture polispecialistiche, funzionanti nelle 24h , come le case della salute”. Investire sull’ integrazione tra ospedale e territorio, per Massimo Trucco, permetterebbe al paziente di essere costantemente seguito, oltre ad affrontare con maggiore serenità periodi di incremento dell’assistenza sanitario, come quello influenzale.

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