La donna poco meno di un mese fa si era recata nella struttura sanitaria per chiedere l’esecuzione di un vetrino sospettando di avere una forma di leucemia anche sulla base di alcune analisi eseguite per conto suo. Il medico che l’ha visitata, sempre secondo la versione dei familiari, non avrebbe ritenuto di fare alcuna indagine e l’avrebbe mandata a casa dopo aver prescritto alcuni farmaci: tuttavia, qualche settimana dopo, a seguito di un peggioramento della situazione e dopo la comparsa di febbre, la donna è tornata in ospedale dove è stata subito ricoverata.
Dopo un primo ciclo di chemioterapia, Emilia Amandonico si sarebbe ripresa salvo poi essere aggredita da una forma di infezione che avrebbe contratto durante la degenza ospedaliera. La morte è avvenuta nel giro di poche ore. Il pm Raffaele Graziano ha già disposto il sequestro della cartella clinica, delegando le indagini ai carabinieri del Reparto operativo provinciale e nelle prossime ore, a quanto si apprende, nominerà un perito medico legale che dovrà stabilire anche eventuali negligenze nelle procedure seguite dal personale sanitario per evitare il rischio di infezioni.
La famiglia della 62enne, che lascia marito e tre figli e tra poche settimane avrebbe chiesto il pensionamento anticipato, è assistita dall’avvocato Francesco Paolo Sisto del foro di Bari.
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