Negli ultimi anni la scienza ha dimostrato la correlazione tra ereditarietà e familiarità ed alcuni tipi di cancro. In Italia i casi di nuove diagnosi di tumore sono stimati in centinaia di migliaia ogni anno e una quota di questi sono dovuti a mutazioni in particolari di geni come il Brca, che aumentano fino a 5 volte la possibilità di sviluppare un tumore. In questi casi occorre che non solo il paziente ma tutta la sua famiglia sia pressa in carico per la verifica e controlli preventivi da eseguire nei 5 centri di analisi genetica e molecolare presenti in Campania (il Pascale, il Ceinge, i due policlinici di Napoli e il Ruggi azienda ospedaliera universitaria di Salerno). “Avere in famiglia casi di membri ammalatisi” avverte Sandro Pignata (nella foto), responsabile della rete oncologica campana e oncologo del Pascale “non determina lo sviluppo automatico del tumore in chiunque presenti il gene anomalo, ma sicuramente questo lo si può scoprire solo attraverso un’attenta prevenzione».
Per regolare questi percorsi preventivi la Rete Oncologica Campana ha da poco varato un nuovo PDTA dei tumori eredo-familiari.
“Una buona percentuale, tra il 5 e il 20% dei tumori della mammella, del colon e dell’ovaio sono trasmessi su base ereditaria” ha affermato Pignata. “Oggi è possibile prevenirli, identificando i soggetti a rischio ed effettuando test specifici che individuano queste mutazioni. Oggi grazie al lavoro della Regione Campania e della rete tumori abbiamo approvato un Pdta, un percorso diagnostico terapeutico assistenziale che definisce i criteri, stabilisce chi deve essere sottoposto a tali test e in che modo la Regione deve operare per porre in essere questi programmi di prevenzione”
In occasione della presentazione di questo nuovo percorso l’associazione ACTO Campania, in collaborazione con l’Istituto Nazionale Tumori, IRCSS Fondazione Pascale hanno discusso i passi già compiuti in materia, e quanto ancora da compiere in futuro.
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