lunedì, 14 Ottobre , 24

Dj Fabo, giudici: liberi di morire a prescindere da malattia

Dall’ordinanza con cui i giudici della Corte d’Assise di Milano hanno trasmesso alla Consulta gli atti del processo a Marco Cappato si evince il principio del diritto alla liberta’ di scegliere come e dove morire, a prescindere dalle condizioni di salute e dall’esistenza di malattie irreversibili. Un principio mai esplicitato nel lungo provvedimento ma che, come confermano fonti giudiziarie, si deduce dal fatto che, in tutti i passaggi in cui i giudici argomentano l’esistenza del diritto della liberta’ di “decidere quando e come morire”, non si fa cenno alle condizioni di salute dell’aspirante suicida. Resta ferma invece la necessita’, piu’ volte ribadita dai giudici, che chi decide di togliersi la vita lo faccia senza che colui che lo agevola abbia influito in alcun modo sulla sua scelta libera e consapevole. Un’ipotetica applicazione concreta di questo principio porterebbe a considerare non punibile chi accompagni in Svizzera a morire una persona che non abbia alcun problema di salute. Un netto superamento rispetto alla recente legge sul testamento biologico che, come ricordato dal collegio presieduto dal giudice Ilio Mannucci Pacini, “non ha riconosciuto il diritto al ‘suicidio assistito'” e prevede condizioni molto stringenti di malattia fisica per interrompere le cure. Il mancato riconoscimento del diritto al ‘suicidio assistito’, scrive la Corte nel provvedimento, “non puo’ portare a negare la sussistenza della liberta’ della persona di scegliere quando e come porre fine alla propria esistenza”. Ieri, i giudici hanno stabilito che una parte della norma che prevede il reato di ‘aiuto al suicidio’ e’ incostituzionale e hanno chiesto un intervento della Consulta per proseguire nel processo a carico del leader radicale Marco Cappato, accusato di avere accompagnato Fabiano Antoniani, meglio noto come Dj Fabo, a morire a Zurigo nella clinica Dignitas. I giudici della Corte Costituzionale comunque decideranno quale percorso interpretativo intraprendere in modo autonomo rispetto alle opinioni espresse dalla Corte d’Assise che si e’ richiamata a numerosi articoli della Costituzione e anche alle Convenzioni e alla giurisprudenza comunitaria.

 

 

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Dall’ordinanza con cui i giudici della Corte d’Assise di Milano hanno trasmesso alla Consulta gli atti del processo a Marco Cappato si evince il principio del diritto alla liberta’ di scegliere come e dove morire, a prescindere dalle condizioni di salute e dall’esistenza di malattie irreversibili. Un principio mai esplicitato nel lungo provvedimento ma che, come confermano fonti giudiziarie, si deduce dal fatto che, in tutti i passaggi in cui i giudici argomentano l’esistenza del diritto della liberta’ di “decidere quando e come morire”, non si fa cenno alle condizioni di salute dell’aspirante suicida. Resta ferma invece la necessita’, piu’ volte ribadita dai giudici, che chi decide di togliersi la vita lo faccia senza che colui che lo agevola abbia influito in alcun modo sulla sua scelta libera e consapevole. Un’ipotetica applicazione concreta di questo principio porterebbe a considerare non punibile chi accompagni in Svizzera a morire una persona che non abbia alcun problema di salute. Un netto superamento rispetto alla recente legge sul testamento biologico che, come ricordato dal collegio presieduto dal giudice Ilio Mannucci Pacini, “non ha riconosciuto il diritto al ‘suicidio assistito'” e prevede condizioni molto stringenti di malattia fisica per interrompere le cure. Il mancato riconoscimento del diritto al ‘suicidio assistito’, scrive la Corte nel provvedimento, “non puo’ portare a negare la sussistenza della liberta’ della persona di scegliere quando e come porre fine alla propria esistenza”. Ieri, i giudici hanno stabilito che una parte della norma che prevede il reato di ‘aiuto al suicidio’ e’ incostituzionale e hanno chiesto un intervento della Consulta per proseguire nel processo a carico del leader radicale Marco Cappato, accusato di avere accompagnato Fabiano Antoniani, meglio noto come Dj Fabo, a morire a Zurigo nella clinica Dignitas. I giudici della Corte Costituzionale comunque decideranno quale percorso interpretativo intraprendere in modo autonomo rispetto alle opinioni espresse dalla Corte d’Assise che si e’ richiamata a numerosi articoli della Costituzione e anche alle Convenzioni e alla giurisprudenza comunitaria.

 

 

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