giovedì, 10 Ottobre , 24

Influenza e polmonite: salvato al Santobono bambino di sei anni

«Nella giornata di venerdì 18 gennaio presso l’Ospedale Cotugno, è stato ricoverato un piccolo paziente di 6 anni, trasferito dall’ospedale Santobono, dove era stato ricoverato il giorno precedente per febbre. Dall’esito del tampone nasale, effettuato durante la degenza al Santobono e analizzato presso il laboratorio di Virologia e Microbiologia del Cotugno, è emerso che il bambino era affetto da virus H1N1, sottotipo del virus dell’influenza A. Il piccolo, quindi, è stato ricoverato presso la Prima Divisione del nostro ospedale e, da esami radiografici e di laboratorio è stata confermata la diagnosi di influenza da H1N1 e Polmonite e avviata la terapia. Le condizioni del bimbo sono attualmente ottime, è senza febbre, respira autonomamente con ottimi parametrici di saturazione, si alimenta regolarmente e verrà dimesso rapidamente nei prossimi giorni».

Lo comunica Antonio Giordano, commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.

Attualmente, la situazione epidemiologica italiana vede la co-circolazione di più virus influenzali, ma il virus influenzale A rappresenta il 99% dei virus influenzali responsabili dell’epidemia (il virus B rappresenta piccola parte); del virus influenzale A il 64% circa è H1N1 ed il 35% da altri sottotipi (H3N2 e ceppi non sotto tipizzati).L’influenza è da sempre una malattia che può essere anche molto grave, specialmente nei pazienti considerati a rischio (obesità, presenza di cardiopatie, donne in gravidanza, soggetti immunodepressi ecc.) per i quali è prevista la vaccinazione, consigliata anche agli operatori sanitari, che va eseguita nel mese di novembre e nelle prime due settimane di dicembre per permettere di sviluppare una risposta immunitaria, che impiega circa 15-21 giorni, nel periodo di picco influenzale che, solitamente, è previsto a gennaio. L’influenza varia la sua composizione antigenica molto frequentemente e, pertanto, è necessario vaccinarsi tutti gli anni. L’unica vera arma di profilassi, infatti, è certamente la vaccinazione anti-influenzale che, quest’anno, era composta da almeno due antigeni contro l’influenza A (compreso H1N1) e almeno un antigene contro l’influenza B nel vaccino trivalente, o due antigeni conto la B nel tetravalente. L’influenza, purtroppo, può evolvere in forme molto gravi, specialmente nei casi da Virus A sottotipo H1N1, nei pazienti considerati a rischio. Il virus si può trasmettere attraverso le secrezioni respiratorie di grandi dimensioni, pertanto più che la trasmissione aerea è importante quella da contatto. Per diminuire il rischio di infezione, è necessario mantenere pulite tutte le superfici potenzialmente contaminate; lavarsi accuratamente le mani più volte durante il giorno e, soprattutto, dopo aver tossito, starnutito o essersi soffiati il naso; portare un fazzoletto di carta avanti a bocca e naso quando si tossisce e si starnutisce e, dopo averlo usato, gettarlo e lavarsi le mani; usare mascherine igieniche in caso di malattia o assistenza a persone affette dal virus. Per la terapia si utilizza un farmaco antivirale da assumere entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi, e il suo impiego in profilassi va valutato in casi epidemiologici e clinici di particolare rilevanza.

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Lo comunica Antonio Giordano, commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera dei Colli.

Attualmente, la situazione epidemiologica italiana vede la co-circolazione di più virus influenzali, ma il virus influenzale A rappresenta il 99% dei virus influenzali responsabili dell’epidemia (il virus B rappresenta piccola parte); del virus influenzale A il 64% circa è H1N1 ed il 35% da altri sottotipi (H3N2 e ceppi non sotto tipizzati).L’influenza è da sempre una malattia che può essere anche molto grave, specialmente nei pazienti considerati a rischio (obesità, presenza di cardiopatie, donne in gravidanza, soggetti immunodepressi ecc.) per i quali è prevista la vaccinazione, consigliata anche agli operatori sanitari, che va eseguita nel mese di novembre e nelle prime due settimane di dicembre per permettere di sviluppare una risposta immunitaria, che impiega circa 15-21 giorni, nel periodo di picco influenzale che, solitamente, è previsto a gennaio. L’influenza varia la sua composizione antigenica molto frequentemente e, pertanto, è necessario vaccinarsi tutti gli anni. L’unica vera arma di profilassi, infatti, è certamente la vaccinazione anti-influenzale che, quest’anno, era composta da almeno due antigeni contro l’influenza A (compreso H1N1) e almeno un antigene contro l’influenza B nel vaccino trivalente, o due antigeni conto la B nel tetravalente. L’influenza, purtroppo, può evolvere in forme molto gravi, specialmente nei casi da Virus A sottotipo H1N1, nei pazienti considerati a rischio. Il virus si può trasmettere attraverso le secrezioni respiratorie di grandi dimensioni, pertanto più che la trasmissione aerea è importante quella da contatto. Per diminuire il rischio di infezione, è necessario mantenere pulite tutte le superfici potenzialmente contaminate; lavarsi accuratamente le mani più volte durante il giorno e, soprattutto, dopo aver tossito, starnutito o essersi soffiati il naso; portare un fazzoletto di carta avanti a bocca e naso quando si tossisce e si starnutisce e, dopo averlo usato, gettarlo e lavarsi le mani; usare mascherine igieniche in caso di malattia o assistenza a persone affette dal virus. Per la terapia si utilizza un farmaco antivirale da assumere entro 48 ore dalla comparsa dei sintomi, e il suo impiego in profilassi va valutato in casi epidemiologici e clinici di particolare rilevanza.

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