Alla base della nuova variante c’è “un’anomalia genetica che rende la proteina responsabile della malattia ancora più tossica e pericolosa per il normale sviluppo di precise aree dell’encefalo, alterando la crescita normale e armonica del sistema nervoso. Ciò causa un impatto ancora maggiore e più drammatico sulla qualità e conduzione della vita già subito dopo la nascita”. Secondo gli esperti, “la straordinaria scoperta potrebbe consentire la messa a punto di strategie terapeutiche per la prevenzione dei sintomi già molto prima delle manifestazioni cliniche”.
“La prevenzione di processi neurodegenerativi, come accade nell’invecchiamento cerebrale – ricordano – rappresenta da sempre un traguardo fortemente auspicato dalla comunità scientifica”.
“La nostra ricerca identifica la variante giovanile più aggressiva nella presentazione e nell’evoluzione di questa malattia – prosegue lo specialista – Si tratta di una forma che colpisce i bambini con manifestazioni cliniche e caratteristiche di danno cerebrale completamente diverse dagli adulti, nella quale una parte profonda dell’encefalo, chiamata striato, non sembra svilupparsi adeguatamente, andando incontro a neurodegenerazione, insieme ad altre parti dell’encefalo, solo in un momento molto successivo. La nostra speranza, pertanto, è quella di agire sulla cattiva funzione delle cellule nervose, prima ancora che sulla loro morte, per prevenire l’insorgere e il progredire della malattia”.
“Questo studio italiano – conclude la nota – è il primo e l’unico al mondo sull’argomento pubblicato sulla più importante rivista di neurologia”, e rappresenta “un importante punto di partenza che apre la via a strategie future di cura e di prevenzione di gravi malattie del sistema nervoso anche dell’adulto”. Per Squitieri, “grazie all’identificazione di questo nuovo effetto della mutazione, eseguita nella più vasta popolazione di pazienti giovani mai studiata prima, potremmo arrivare a capire come i sintomi si sviluppano nel tempo e come si forma l’encefalo nelle prime fasi della vita”.
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