Mario Caiazzo
Il Cardarelli si attesta ai primi posti tra i nosocomi in cui agiscono con maggiore frequenza i borseggiatori. Ai vertici della speciale classifica ci sono anche gli altri ospedali collinari, considerati ricchi territori di caccia per le batterie di ladri. Al punto che la spartizione avviene seguendo regole ferree che non devono essere violate dagli operatori del crimine. In caso contrario si può anche ricorrere all’aiuto del capozona competente che potrà dirimere la controversia. Si parte comunque da un assunto: in ogni ospedale agisce solo un gruppo, che in base alla grandezza del nosocomio può lavorare con diverse paranze, formate al massimo da tre elementi. Siccome il gruppo è costituito nella maggioranza dei casi da soggetti appartenenti allo stesso nucleo familiare, capita che il luogo in cui si lavora, sia lo stesso da anni, ereditato dalla nuova generazione di borseggiatori che lo ha ricevuto da quella precedente.
Le forze dell’ordine monitorano costantemente i borseggiatori, ma coglierli in flagranza di reato è alquanto difficile. Considerando i solo ospedali della zona collinare di Napoli, su una cinquantina di furti che si verificano ogni mese, si calcola che in media solo una minima parte venga denunciata: stiamo parlando di due, tre episodi al massimo. E quando si decide di denunciare si hanno sempre pochi particolari per risalire ai responsabili e cercare di riavere indietro il maltolto risulta praticamente impossibile. Tra le vittime preferite dei borseggiatori ci sono anche gli studenti che frequentano il polo universitario del Policlinico. A fare gola ai ladri sono i dispositivi elettronici (tablet, notebook, ecc…) utilizzati dai giovani. In questo caso il compito di sottrarli è affidato a loro coetanei che possono facilmente passare come studenti senza dare troppo nell’occhio.