La Commissione europea sottolinea che tutti i piani nazionali per la realizzazione della copertura sanitaria universale formulano proposte specifiche per migliorare e sviluppare il ruolo degli infermieri come professionisti della salute più vicini alla comunità; almeno il 75% dei paesi ha un infermiere con responsabilità di alta gestione in materia di salute; quel che serve è una rete globale di leadership infermieristica. Peggio dell`Italia vanno secondo i dati Eurostat solo nove paesi Ue, con la Spagna che segue l`Italia a stretto giro con 551 infermieri ogni 100.000 abitanti e poi Polonia, Cipro, Ungheria, Bulgaria, Slovenia, Grecia, Croazia e Romania. La direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione europea sottolinea, commentando i dati Eurostat, le preoccupazioni per la carenza di professionisti dell’assistenza infermieristica che potrebbero diventare ancora più gravi dal momento che la popolazione continua a invecchiare e una percentuale relativamente alta di infermieri andare in pensione.
“I sistemi sanitari europei – sottolinea la Commissione europea e lo stesso Eurostat – dovranno quindi anticipare le future esigenze in termini di competenze degli operatori sanitari, in particolare infermieri, in modo che questi possano essere pronti alle esigenze di una società sempre più anziana”. Le conseguenze se questo non dovrebbe avvenire? Le spiega un articolo pubblicato di recente sul British Medical Journal, una delle maggiori testate scientifiche internazionali: “La mancanza di risorse legata ai costi sanitari globali, combinata con la compressione della complessità e la mancanza di piena comprensione degli amministratori ospedalieri della complessità dell’infermieristica può portare a livelli elevati di cure mancate… con importanti implicazioni in termini di risultati negativi per il paziente, suoi ridotti livelli di sicurezza e qualità dell’assistenza. E può avere implicazioni finanziarie in termini di maggiori costi sanitari per i lunghi periodi di permanenza e le ripetute riammissioni per gestire le complicazioni, che invece avrebbero potuto essere evitato se gli infermieri avessero fornito tutte le loro cure. Inoltre, tutto questo genera altri costi in termini di alti tassi di turnover del personale infermieristico e costi sociali più elevati legati alla mortalità e alla sofferenza. Ridurre le risorse crea l’illusione di falsi risparmi finanziari ed è questa la ragione per cui gli amministratori ospedalieri a volte sono tentati di sostituire gli infermieri con altro personale meno qualificato e meno istruito”.
“Questi per noi sono obiettivi per consentire agli infermieri di dare un contributo ancora maggiore al miglioramento della salute – ha detto Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini degli infermieri, il maggior Ordine italiano con i suoi oltre 440mila iscritti -. Nel XXI secolo – conclude – vedremo più comunità e servizi a domicilio, una migliore tecnologia e la cura centrata sulla persona: gli infermieri saranno in prima linea in questi cambiamenti e per questo devono imparare a essere leader perché tutte queste qualità le hanno già sviluppate e fanno parte della loro vocazione e della loro professionalità”.
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