Usando una tecnologia simile a quella che si trova in molti studi oculistici, i ricercatori Usa sono riusciti a rilevare segnali che suggerivano l’Alzheimer in anziani asintomatici sottoposti alla tecnica. Il lavoro è pubblicato sulla rivista ‘Jama Ophthalmology’. “Questa tecnica – spiega il primo autore dello studio, Bliss E. O’Bryhim – potrebbe diventare uno strumento di screening che aiuta a stabilire chi dovrebbe sottoporsi a esami più costosi e invasivi per diagnosticare la malattia prima della comparsa” dei primi segni clinici. “La nostra speranza è di usarla per individuare chi sta accumulando proteine anomale nel cervello che potrebbero portare a sviluppare l’Alzheimer”.
Il danno cerebrale provocato dalla malattia che ruba i ricordi può infatti cominciare diversi anni prima che compaiano sintomi come la perdita di memoria e il declino cognitivo. Gli scienziati stimano che le placche correlate alla patologia possano accumularsi nel cervello due decenni prima dell’inizio dei sintomi. Per questo è scattata la ricerca di un modo per intercettare segnali di questo processo in corso in modo da anticipare il più possibile la diagnosi. Poiché da studi precedenti su persone morte di Alzheimer è emerso che i loro occhi mostravano segni di assottigliamento nel centro della retina e degradazione del nervo ottico, gli esperti si sono concentrati proprio su questa pista.
Al test più comune spesso disponibile negli studi degli oftalmologi, gli scienziati hanno aggiunto un elemento: l’angiografia, che consente ai medici di distinguere i globuli rossi da altri tessuti nella retina migliorando l’analisi. “La retina e il sistema nervoso centrale sono così interconnessi che i cambiamenti nel cervello potrebbero riflettersi nelle cellule della retina”, osserva Apte.
Gli esperti precisano che sono necessari ulteriori studi su altri pazienti per replicare i risultati ma se venisse confermato che le modifiche rilevate con questo test oculare possono essere utilizzate come marker per il rischio di Alzheimer, potrebbe essere possibile un giorno esaminare persone giovani di 40-50 anni, valutare se sono instradate verso la malattia e iniziare i trattamenti prima, per ritardare ulteriori danni.
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