L’ufficialita’ e’ arrivata in zona Cesarini. Nel giorno in cui scadono i termini, il Governo Gentiloni, come uno dei suoi ultimi atti, si costituisce davanti alla Consulta nel procedimento in cui si dovra’ valutare la legittimita’ o meno del reato di aiuto al suicidio. Reato contestato a Marco Cappato, l’esponente dei Radicali, finito imputato per aver accompagnato in macchina Fabiano Antoniani, noto come Dj Fabo, 40 anni, cieco e tetraplegico per un incidente d’auto, in una clinica svizzera dove, nel febbraio 2017, ha messo fine alle sue sofferenze con la pratica del suicidio assistito. Da quanto e’ stato riferito l’avvocato dello Stato Gabriella Palmieri, poco prima delle 13, ha depositato la costituzione davanti alla Consulta dell’esecutivo che, come accade in genere in questi casi, scende in campo per difendere quasi come atto dovuto una norma del proprio ordinamento. Una mossa, questa, definita in via Arenula “necessaria” perche’, per il Governo, e’ possibile un’interpretazione della norma che sia rispettosa dei principi costituzionali, che, invece, la magistratura milanese ha ritenuto messi in discussione, e che fa seguito alla decisione con cui lo scorso febbraio la Corte d’Assise di Milano al termine del processo a Cappato, ha deciso di trasmettere gli atti ai giudici costituzionalisti. E lo ha fatto accogliendo l’istanza del Procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Sara Arduini che in linea con i difensori dell’esponente radicale, gli avvocati Massimo Rossi e Francesco Di Paola, oltre all’assoluzione, hanno chiesto in via subordinata di eccepire l’illegittimita’ dell’articolo 580 del codice penale, quello che regola l’istigazione e nella seconda parte per l’appunto l’aiuto al suicidio. Accanto al Governo, per questo nuovo capitolo della vicenda di Dj Fabo che si presume andra’ in scena tra circa 6 mesi (il tempo medio per fissare l’udienza), hanno chiesto di essere parti civili pure Associazione Vita E’, Movimento per la Vita e il Centro Studi Livatino. E mentre dal mondo della politica e della societa’ civile arrivano critiche pro e contro la decisione del Governo, l’avv. Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatore del collegio difensivo di Cappato, ha parlato di “scelta, oltre che del tutto legittima, anche pienamente politica, visto che l’esecutivo avrebbe potuto altrettanto legittimamente agire in senso opposto e raccogliere l’appello lanciato da giuristi come Paolo Veronesi, Emilio Dolcini, Nerina Boschiero, Ernesto Bettinelli e sottoscritto da 15.000 cittadini, che chiedevano di non intervenire a difesa della costituzionalita’ di quel reato, e dunque di non costituirsi”. “Prendo atto anche della richiesta di costituzione in giudizio – ha proseguito il legale – anche di una serie di organizzazioni e gruppi che sempre si sono distinti per aver avversato in ogni modo il riconoscimento del diritto alla liberta’ e responsabilita’ individuale fino alla fine della vita”. Comunque, ha concluso Filomena Gallo “il nostro obiettivo non cambia: vogliamo far prevalere, contro la lettera del codice penale del 1930, i principi di liberta’ e autodeterminazione riconosciuti dalla Costituzione italiana e dalla Convezione europea dei diritti umani, nella convinzione che Fabiano Antoniani avesse diritto a ottenere in Italia il tipo di assistenza che ha dovuto andare a cercare all’estero con l’aiuto di Cappato”.
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