mercoledì, 6 Dicembre , 23

Censis: 85% italiani vuole poter scegliere ospedale tra pubblico e non

Pubblico o privato, gli italiani vogliono poter scegliere l’ospedale di fiducia. L’85% dei connazionali giudica importante poter scegliere nel Servizio sanitario il professionista e la struttura di cui si fidano, senza distinguere tra pubblico o privato. Solo per il 15% non è importante. Mentre per il 50% dei cittadini lo è molto, perché la scelta di una persona o servizio di cui ci si fida facilita le cure. E il 35% è convinto che la libertà di scelta è un valore in sé anche in sanità. E’ quanto emerge da una ricerca del Censis su ‘Il valore sociale dell’ospedalità privata nella sanità pluralista’, realizzata in collaborazione con Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e presentata oggi a Roma.

Tra i contrari, il 9% vuole solo strutture pubbliche nel Servizio sanitario e il 6% pensa che gli ospedali pubblici siano sempre e comunque migliori. La libertà di scelta nel Servizio sanitario tra strutture pubbliche e strutture private accreditate è inoltre un valore condiviso trasversalmente nel territorio: dall’85% dei residenti al Nord-Ovest, l’87% al Nord-Est, l’82% al Centro e l’87% al Sud. Anche perché le strutture pubbliche hanno dovuto fare i conti con pesanti tagli. 

“Troppi tagli agli ospedali hanno fatto male agli italiani”, rileva il Censis. Tra il 2008 e il 2016 il tasso di ospedalizzazione è crollato da 192,8 a 140,9 per 1.000 abitanti, i ricoveri sono diminuiti del 25,6%, e tra il 2011 e il 2015 le giornate di degenza si sono ridotte del 10%. Esito della normativa che ha imposto 2,7 posti letto ospedalieri per 1.000 abitanti, quando la media dei Paesi europei è di 4 posti letto per 1.000 abitanti.

L’ospedale, insomma, “è stato l’epicentro di tagli lineari in nome di una sanità di territorio che non è mai decollata. Così oggi esiste un gap tra fabbisogni ospedalieri e offerta di posti letto”, prosegue il Censis. Non solo: l’ospedalità privata ha comunque saputo fare di più con meno, perché assorbe il 13,6% della spesa pubblica ospedaliera, erogando il 28,3% delle prestazioni in termini di giornate di degenza. La ricerca è stata presentata oggi a Roma da Francesco Maietta, responsabile dell’Area Politiche sociali del Censis, con Gabriele Pelissero, presidente nazionale Aiop, e Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

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Tra i contrari, il 9% vuole solo strutture pubbliche nel Servizio sanitario e il 6% pensa che gli ospedali pubblici siano sempre e comunque migliori. La libertà di scelta nel Servizio sanitario tra strutture pubbliche e strutture private accreditate è inoltre un valore condiviso trasversalmente nel territorio: dall’85% dei residenti al Nord-Ovest, l’87% al Nord-Est, l’82% al Centro e l’87% al Sud. Anche perché le strutture pubbliche hanno dovuto fare i conti con pesanti tagli. 

“Troppi tagli agli ospedali hanno fatto male agli italiani”, rileva il Censis. Tra il 2008 e il 2016 il tasso di ospedalizzazione è crollato da 192,8 a 140,9 per 1.000 abitanti, i ricoveri sono diminuiti del 25,6%, e tra il 2011 e il 2015 le giornate di degenza si sono ridotte del 10%. Esito della normativa che ha imposto 2,7 posti letto ospedalieri per 1.000 abitanti, quando la media dei Paesi europei è di 4 posti letto per 1.000 abitanti.

L’ospedale, insomma, “è stato l’epicentro di tagli lineari in nome di una sanità di territorio che non è mai decollata. Così oggi esiste un gap tra fabbisogni ospedalieri e offerta di posti letto”, prosegue il Censis. Non solo: l’ospedalità privata ha comunque saputo fare di più con meno, perché assorbe il 13,6% della spesa pubblica ospedaliera, erogando il 28,3% delle prestazioni in termini di giornate di degenza. La ricerca è stata presentata oggi a Roma da Francesco Maietta, responsabile dell’Area Politiche sociali del Censis, con Gabriele Pelissero, presidente nazionale Aiop, e Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

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