Tra i contrari, il 9% vuole solo strutture pubbliche nel Servizio sanitario e il 6% pensa che gli ospedali pubblici siano sempre e comunque migliori. La libertà di scelta nel Servizio sanitario tra strutture pubbliche e strutture private accreditate è inoltre un valore condiviso trasversalmente nel territorio: dall’85% dei residenti al Nord-Ovest, l’87% al Nord-Est, l’82% al Centro e l’87% al Sud. Anche perché le strutture pubbliche hanno dovuto fare i conti con pesanti tagli.
L’ospedale, insomma, “è stato l’epicentro di tagli lineari in nome di una sanità di territorio che non è mai decollata. Così oggi esiste un gap tra fabbisogni ospedalieri e offerta di posti letto”, prosegue il Censis. Non solo: l’ospedalità privata ha comunque saputo fare di più con meno, perché assorbe il 13,6% della spesa pubblica ospedaliera, erogando il 28,3% delle prestazioni in termini di giornate di degenza. La ricerca è stata presentata oggi a Roma da Francesco Maietta, responsabile dell’Area Politiche sociali del Censis, con Gabriele Pelissero, presidente nazionale Aiop, e Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.
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