Tutto è cominciato a dicembre 2016 quando Alessandra ha trovato un annuncio su internet e ha inviato la sua candidatura. “Sono stata contattata telefonicamente – ha raccontato alla Cgil – e mi è stato spiegato che avrei guadagnato 7 centesimi per ogni minuto di conversazione. Non mi è stato neppure chiesto che tipo di conoscenza avessi della cartomanzia. Inizialmente lavoravo sei ore al giorno, poi siccome i clienti chiedevano di parlare con me ho iniziato a lavorare anche otto ore al giorno. Si lavorava sei giorni alla settimana e ogni mese dovevo garantire due domeniche”.
Un vero e proprio impiegato full time, ma non nella retribuzione. “Per ottenere il pagamento mensile – ha spiegato la telefonista – era un’odissea ogni volta: dopo i primi mesi in cui ricevevo una ricarica postepay mediamente di quasi 400 euro, il referente con cui mi interfacciavo ha cominciato ad accampare scuse per spiegare le mensilità che saltavano. A volte sosteneva che i committenti non avevano pagato, altre volte che c’erano controversie giudiziarie”.
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