domenica, 13 Ottobre , 24

Anaao, numero chiuso a Medicina valore da preservare

“L’accesso programmato al corso di laurea in Medicina e chirurgia è un valore da preservare, per garantire ai giovani un’adeguata formazione, teorica e pratica, durante il percorso di studi, come previsto dalla normativa europea, e per evitare il tragico fenomeno della pletora medica, già conosciuto in Italia in un passato non lontano”. Lo sostiene in una nota l’Anaao Assomed, che esprime profonda preoccupazione per “le dichiarazioni di varie personalità politiche, comparse recentemente sui media, inerenti una possibile eliminazione del cosiddetto ‘numero chiuso’ a Medicina”.

Per il sindacato dei medici ospedalieri, aprire in modo incondizionato l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia significherebbe infatti condannare intere generazioni di giovani medici alla disoccupazione o all’emigrazione, dopo aver illuso loro e le rispettive famiglie con un percorso di studi lungo e impegnativo. Disoccupazione e emigrazione, peraltro, che già oggi costituiscono un fenomeno crescente tra le migliaia di laureati esclusi dai percorsi formativi a causa dell’esiguo numero di contratti di specialità disponibili.

Secondo l’associazione, di categoria spesso si ignora il divario crescente tra il numero dei laureati in Medicina (più di 10.000 ogni anno, circa 52.000 nel prossimo quinquennio) e il numero di coloro (in media 7.500 all’anno) che accedono al percorso di formazione post-lauream, per ottenere il titolo di specialista o l’attestato di formazione per i medici di medicina generale. I 2.500 giovani medici laureati sono ogni anno lasciati in parcheggio, privi di uno sbocco occupazionale stabile all’interno o all’esterno del Ssn. 

L’ipotesi di abolizione del numero chiuso paventata, per l’Anaao Assomed produrrebbe un incremento dei laureati in Medicina che, in assenza di un parallelo aumento delle possibilità di formazione post-laurea, non potrebbero esercitare la professione. Un enorme spreco di risorse, visto che formare un medico costa ai cittadini circa 200.000 euro

Per sopperire alla carenza di specialisti che si registra oggi, destinata a peggiorare nei prossimi anni, occorre permettere a tutti i laureati in Medicina e chirurgia di proseguire il percorso formativo post-lauream per acquisire il requisito necessario per accedere al mondo del lavoro pubblico e privato, e poter riempire i vuoti creati dalla massiccia ondata di pensionamenti, legati alla ‘gobba demografica e alla prevista riforma della legge Fornero, che vedrà andare in quiescenza circa 80.000 medici specialisti, prevalentemente ospedalieri, nei prossimi 10 anni, con picco massimo fra il 2019 e il 2023. “Lo ripeteremo fino alla nausea: il numero chiuso da cancellare è quello che strozza l’accesso al percorso di formazione post laurea”, prosegue la sigla.

Anaao Assomed ribadisce con forza quanto esposto al ministero della Salute, chiedendo che il numero dei contratti di formazione specialistica venga da subito incrementato di almeno 3.000 unità (ovvero garantire un minimo di 9.500 contratti) per essere superiore al numero annuale di laureati in Medicina e chirurgia e riassorbire, nel giro di pochi anni, le migliaia di giovani attualmente prigionieri di una trappola professionale creata da una sciagurata e fallimentare programmazione dei fabbisogni.

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Per il sindacato dei medici ospedalieri, aprire in modo incondizionato l’accesso ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia significherebbe infatti condannare intere generazioni di giovani medici alla disoccupazione o all’emigrazione, dopo aver illuso loro e le rispettive famiglie con un percorso di studi lungo e impegnativo. Disoccupazione e emigrazione, peraltro, che già oggi costituiscono un fenomeno crescente tra le migliaia di laureati esclusi dai percorsi formativi a causa dell’esiguo numero di contratti di specialità disponibili.

Secondo l’associazione, di categoria spesso si ignora il divario crescente tra il numero dei laureati in Medicina (più di 10.000 ogni anno, circa 52.000 nel prossimo quinquennio) e il numero di coloro (in media 7.500 all’anno) che accedono al percorso di formazione post-lauream, per ottenere il titolo di specialista o l’attestato di formazione per i medici di medicina generale. I 2.500 giovani medici laureati sono ogni anno lasciati in parcheggio, privi di uno sbocco occupazionale stabile all’interno o all’esterno del Ssn. 

L’ipotesi di abolizione del numero chiuso paventata, per l’Anaao Assomed produrrebbe un incremento dei laureati in Medicina che, in assenza di un parallelo aumento delle possibilità di formazione post-laurea, non potrebbero esercitare la professione. Un enorme spreco di risorse, visto che formare un medico costa ai cittadini circa 200.000 euro

Per sopperire alla carenza di specialisti che si registra oggi, destinata a peggiorare nei prossimi anni, occorre permettere a tutti i laureati in Medicina e chirurgia di proseguire il percorso formativo post-lauream per acquisire il requisito necessario per accedere al mondo del lavoro pubblico e privato, e poter riempire i vuoti creati dalla massiccia ondata di pensionamenti, legati alla ‘gobba demografica e alla prevista riforma della legge Fornero, che vedrà andare in quiescenza circa 80.000 medici specialisti, prevalentemente ospedalieri, nei prossimi 10 anni, con picco massimo fra il 2019 e il 2023. “Lo ripeteremo fino alla nausea: il numero chiuso da cancellare è quello che strozza l’accesso al percorso di formazione post laurea”, prosegue la sigla.

Anaao Assomed ribadisce con forza quanto esposto al ministero della Salute, chiedendo che il numero dei contratti di formazione specialistica venga da subito incrementato di almeno 3.000 unità (ovvero garantire un minimo di 9.500 contratti) per essere superiore al numero annuale di laureati in Medicina e chirurgia e riassorbire, nel giro di pochi anni, le migliaia di giovani attualmente prigionieri di una trappola professionale creata da una sciagurata e fallimentare programmazione dei fabbisogni.

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