martedì, 15 Ottobre , 24

Algoritmo italiano prevede esito trapianto fegato per tumore

Da oggi l’esito a 5 anni di un trapianto di fegato effettuato a causa di un tumore epatico puo’ essere previsto con una precisione del 70% grazie a un algoritmo e al suo applicativo informatico interamente ‘made in Italy’. Si chiama Metroticket 2.0 ed e’ stato elaborato dal Centro Trapianti dell’Istituto Nazionale Tumori(INT) e dell’Universita’ di Milano, insieme ai Centri Trapianto dell’ospedale milanese di Niguarda e dell’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Lo studio, pubblicato sulla rivista Gastroenterology, ha coinvolto in un arco di 10 anni oltre mille pazienti italiani e 350 cinesi trapiantati di fegato per tumore. Con questo algoritmo, il medico che segue un paziente con tumore epatico “potra’ calcolare istantaneamente, utilizzando una combinazione di parametri clinici e biologici – spiega Vincenzo Mazzaferro, professore di Chirurgia e Direttore del Centro milanese – il risultato previsto del trapianto e ottenere un dato certamente affidabile e di grande aiuto nella valutazione dell’opportunita’ di intervento, condivisibile ovviamente anche col paziente. Inoltre, la conoscenza anticipata del possibile risultato del trapianto su ogni singolo paziente potra’ aiutare al meglio la gestione degli organi”. Secondo lo studio, la capacita’ di questo algoritmo “e’ di immediata applicabilita’ internazionale”. Infatti la sua capacita’ di prevedere il risultato del trapianto in qualsiasi condizione di malattia e’ stata confermata anche su 350 pazienti trapiantati a Shanghai, in un Paese, la Cina, dove il tumore epatico rappresenta circa la quarta causa di morte per cancro. E’ Mazzaferro a sottolineare che Metroticket 2.0 e’ “il primo studio in cui un modello previsionale elaborato in Occidente funziona anche in Oriente”. Il trapianto di fegato per tumore ha numeri in crescita a livello mondiale, e al momento oltre il 40% dei pazienti in lista di attesa e’ portatore di un tumore. L’Italia e’ ai primi posti, in Europa, per numero di trapianti di fegato, con una media di oltre 1.000 interventi l’anno. 

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Da oggi l’esito a 5 anni di un trapianto di fegato effettuato a causa di un tumore epatico puo’ essere previsto con una precisione del 70% grazie a un algoritmo e al suo applicativo informatico interamente ‘made in Italy’. Si chiama Metroticket 2.0 ed e’ stato elaborato dal Centro Trapianti dell’Istituto Nazionale Tumori(INT) e dell’Universita’ di Milano, insieme ai Centri Trapianto dell’ospedale milanese di Niguarda e dell’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Lo studio, pubblicato sulla rivista Gastroenterology, ha coinvolto in un arco di 10 anni oltre mille pazienti italiani e 350 cinesi trapiantati di fegato per tumore. Con questo algoritmo, il medico che segue un paziente con tumore epatico “potra’ calcolare istantaneamente, utilizzando una combinazione di parametri clinici e biologici – spiega Vincenzo Mazzaferro, professore di Chirurgia e Direttore del Centro milanese – il risultato previsto del trapianto e ottenere un dato certamente affidabile e di grande aiuto nella valutazione dell’opportunita’ di intervento, condivisibile ovviamente anche col paziente. Inoltre, la conoscenza anticipata del possibile risultato del trapianto su ogni singolo paziente potra’ aiutare al meglio la gestione degli organi”. Secondo lo studio, la capacita’ di questo algoritmo “e’ di immediata applicabilita’ internazionale”. Infatti la sua capacita’ di prevedere il risultato del trapianto in qualsiasi condizione di malattia e’ stata confermata anche su 350 pazienti trapiantati a Shanghai, in un Paese, la Cina, dove il tumore epatico rappresenta circa la quarta causa di morte per cancro. E’ Mazzaferro a sottolineare che Metroticket 2.0 e’ “il primo studio in cui un modello previsionale elaborato in Occidente funziona anche in Oriente”. Il trapianto di fegato per tumore ha numeri in crescita a livello mondiale, e al momento oltre il 40% dei pazienti in lista di attesa e’ portatore di un tumore. L’Italia e’ ai primi posti, in Europa, per numero di trapianti di fegato, con una media di oltre 1.000 interventi l’anno. 

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