domenica, 13 Ottobre , 24

A 50 anni, si laurea nell’ospedale dove è ricoverata per un tumore al cervello

Una laurea in piena regola quella di Olga, che ha discusso una tesi sulla «Parità di genere nel mondo dei motociclisti» (lei è un centauro e ne ha anche sposato uno) meritando un voto di 107 su 110. Il traguardo di Olga si porta dietro, come tutti i laureati, la vittoria sul timore di non farcela a rispettare i tempi della sessione di laurea, la determinazione per rispettare quella scadenza e arrivare a discutere la tesi nei tempi previsti. Ma in più Olga D’Eramo, 50 anni,  domenica è diventata dottoressa in Discipline psicosociali discutendo la tesi davanti ad amici e parenti nel reparto di Medicina dell’ospedale di Ovada (Alessandria), dov’è ricoverata dopo essere stata colpita da emorragia cerebrale e aver scoperto di essere affetta da tumore al cervello.

Quando Olga si è sentita male, nella notte tra il 28 febbraio e il 1° marzo, la data della tesi era già fissata per fine mese e lei non ne voleva sapere di rinunciarci: «Ero infilata nella Tac, non parlavo, non vedevo, non camminavo. Eppure pensavo solo: adesso come faccio? A fine marzo mi devo laureare». Iscritta alla facoltà di Psicologia dell’università telematica internazionale UniNettuno, avrebbe dovuto scendere a Roma per la discussione della tesi.

La trasferta però sarebbe stata impossibile e quindi si è chiesto all’ateneo di istituire una sessione speciale. «E loro – dice Manuela Cavazzi, che l’ha accompagnata a sostenere ogni esame – ci hanno detto sì». Grazie alla disponibilità dell’ospedale e dell’Asl, si trasformata in aula magna un’ala del reparto di Medicina al primo piano, a pochi metri dalla stanza dove Olga ha trascorso le ultime settimane fra esami e terapie.

Una storia di determinazione e solidarietà che fa riflettere sull’importanza di perseguire i propri obiettivi a dispetto di ogni difficoltà.

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Quando Olga si è sentita male, nella notte tra il 28 febbraio e il 1° marzo, la data della tesi era già fissata per fine mese e lei non ne voleva sapere di rinunciarci: «Ero infilata nella Tac, non parlavo, non vedevo, non camminavo. Eppure pensavo solo: adesso come faccio? A fine marzo mi devo laureare». Iscritta alla facoltà di Psicologia dell’università telematica internazionale UniNettuno, avrebbe dovuto scendere a Roma per la discussione della tesi.

La trasferta però sarebbe stata impossibile e quindi si è chiesto all’ateneo di istituire una sessione speciale. «E loro – dice Manuela Cavazzi, che l’ha accompagnata a sostenere ogni esame – ci hanno detto sì». Grazie alla disponibilità dell’ospedale e dell’Asl, si trasformata in aula magna un’ala del reparto di Medicina al primo piano, a pochi metri dalla stanza dove Olga ha trascorso le ultime settimane fra esami e terapie.

Una storia di determinazione e solidarietà che fa riflettere sull’importanza di perseguire i propri obiettivi a dispetto di ogni difficoltà.

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