mercoledì, 11 Settembre , 24

38mila italiani con sindrome Down, oggi Giornata mondiale

Non sappiamo quante esattamente siano. Secondo alcune ricerche, nel nostro paese sarebbero circa 38mila le persone con la sindrome di Down e secondo l’Aipd, l’associazione che raggruppa le persone con la sindrome di Down, la maggior parte hanno piu’ di 25 anni. I dati ci dicono che ogni 1.200 bambini che nascono, uno ha la sindrome di Down, una condizione caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in piu’. Oggi e’ la giornata mondiale Sindrome di Down, ed e’ un’occasione di parlare di una sindrome che ha un’incidenza nel mondo di un caso ogni 1.000-1.100 nati vivi. Nelle cellule degli esseri umani ci sono 46 cromosomi, divisi in 23 coppie e numerati da 1 fino a 23. Nelle persone con la sindrome di Down, in quella che dovrebbe essere la coppia di cromosomi numero 21 ce ne sono in realta’ tre. Per questa ragione la sindrome di Down viene chiamata Trisomia 21. Ogni anno nascerebbero circa da 3.000 a 5.000 bambini con questo disturbo cromosomico.

Secondo alcune indagini dell’Istituto superiore di Sanita’, l’incidenza aumenta con l’avanzamento dell’eta’ materna, anche se non si sono mai dimostrate le cause di questa relazione. Tuttavia con un’eta’ materna inferiore a 30 anni la prevalenza e’ di un caso ogni 1.500 nati, mentre oltre i 45 anni si raggiunge un caso su 38 nati. In generale, le persone con sindrome di Down possono fare quasi le stesse cose che fanno gli altri, solo con piu’ fatica e mettendoci piu’ tempo. Lo sviluppo di un bambino con la sindrome di Down avviene infatti piu’ lentamente, ma nello stesso modo degli altri bambini. Le persone con sindrome di Down sono pero’ tutte diverse tra loro e hanno bisogno di aiuti diversi. La maggior parte raggiunge un buon livello di autonomia personale. “Impara a curare la propria persona (lavarsi, vestirsi, ecc.), a cucinare, a uscire e fare spese da soli, fare sport, frequenta gli amici, ha un fidanzato o una fidanzata”, spiega l’Aipd. “Molte persone con la sindrome di Down da adulti imparano un mestiere e trovano un lavoro, svolgendolo bene. Insomma, le persone con sindrome di Down – continua – sanno fare molte cose e ne possono imparare molte altre”. Tuttavia, gli stereotipi sono ancora tanti. Forse e’ per questo che, stando alle stime dell’Aipd, oggi in Italia solo il 13 per cento delle persone con la sindrome di Down ha un lavoro e un contratto regolare. 

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Non sappiamo quante esattamente siano. Secondo alcune ricerche, nel nostro paese sarebbero circa 38mila le persone con la sindrome di Down e secondo l’Aipd, l’associazione che raggruppa le persone con la sindrome di Down, la maggior parte hanno piu’ di 25 anni. I dati ci dicono che ogni 1.200 bambini che nascono, uno ha la sindrome di Down, una condizione caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in piu’. Oggi e’ la giornata mondiale Sindrome di Down, ed e’ un’occasione di parlare di una sindrome che ha un’incidenza nel mondo di un caso ogni 1.000-1.100 nati vivi. Nelle cellule degli esseri umani ci sono 46 cromosomi, divisi in 23 coppie e numerati da 1 fino a 23. Nelle persone con la sindrome di Down, in quella che dovrebbe essere la coppia di cromosomi numero 21 ce ne sono in realta’ tre. Per questa ragione la sindrome di Down viene chiamata Trisomia 21. Ogni anno nascerebbero circa da 3.000 a 5.000 bambini con questo disturbo cromosomico.

Secondo alcune indagini dell’Istituto superiore di Sanita’, l’incidenza aumenta con l’avanzamento dell’eta’ materna, anche se non si sono mai dimostrate le cause di questa relazione. Tuttavia con un’eta’ materna inferiore a 30 anni la prevalenza e’ di un caso ogni 1.500 nati, mentre oltre i 45 anni si raggiunge un caso su 38 nati. In generale, le persone con sindrome di Down possono fare quasi le stesse cose che fanno gli altri, solo con piu’ fatica e mettendoci piu’ tempo. Lo sviluppo di un bambino con la sindrome di Down avviene infatti piu’ lentamente, ma nello stesso modo degli altri bambini. Le persone con sindrome di Down sono pero’ tutte diverse tra loro e hanno bisogno di aiuti diversi. La maggior parte raggiunge un buon livello di autonomia personale. “Impara a curare la propria persona (lavarsi, vestirsi, ecc.), a cucinare, a uscire e fare spese da soli, fare sport, frequenta gli amici, ha un fidanzato o una fidanzata”, spiega l’Aipd. “Molte persone con la sindrome di Down da adulti imparano un mestiere e trovano un lavoro, svolgendolo bene. Insomma, le persone con sindrome di Down – continua – sanno fare molte cose e ne possono imparare molte altre”. Tuttavia, gli stereotipi sono ancora tanti. Forse e’ per questo che, stando alle stime dell’Aipd, oggi in Italia solo il 13 per cento delle persone con la sindrome di Down ha un lavoro e un contratto regolare. 

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