giovedì, 18 Aprile , 24

L’inchiesta – Pronto soccorso del Loreto Mare, boom di accessi di extracomunitari feriti durante le risse

Il personale medico ed infermieristico chiede maggiori controlli all’interno e all’esterno del nosocomio per evitare che si verifichino altri scontri tra connazionali

Mario Caiazzo

E’ caos all’ospedale Loreto Mare in seguito al sostenuto afflusso di pazienti registrato al Pronto soccorso durante i giorni di festa. La notte a cavallo tra la vigilia di Natale e la celebrazione dell’Avvento è stata caratterizzata dall’accesso di un gran numero di persone di origine extracomunitaria (provenienti soprattutto dal continente africano) che si sono recate presso il drappello di via Amerigo Vespucci per farsi medicare a causa di alcune risse scoppiate tra connazionali nella zona di piazza Garibaldi.

Una situazione che ha costretto il personale medico ed infermieristico agli straordinari. Lo stato dei fatti registrato nelle scorse ore evidenzia particolari di estrema criticità; situazione del tutto simile al periodo festivo è però quella che in media si registrerebbe ogni fine settimana.

Per tale motivo camici bianchi ed infermieri hanno invocato da tempo la presenza di maggiore personale e contestualmente quella di controlli adeguati per evitare che proprio all’esterno o all’interno dell’ospedale possano magari evolversi gli scontri iniziati nelle aree attigue al nosocomio di via Amerigo Vespucci. Non è raro infatti registrare l’ingresso di persone che presentino ferite che si sono procurate durante una rissa. Tra l’altro accompagnate da un sostenuto numero di amici.

Gli extracomunitari – spesso sotto effetto dell’alcol – vengono condotti al Loreto Mare con evidenti ematomi, contusioni, e tagli a volte anche molto profondi, che mettono in pericolo la vita di chi li ha subiti. Se da un lato bisogna sottolineare la grande professionalità e la dedizione dello sparuto personale ospedaliero, dall’altra è bene evidenziare che medici ed infermieri del Pronto soccorso continuano ad essere a rischio. Non di rado, infatti, capita che vengano ricoverati vittime e aggressori e che la zuffa avvenuta poco prima possa continuare anche in ospedale. Il tutto davanti a pazienti e camici bianchi, che sono costretti a fare da pacieri per evitare che la situazione degeneri.

Mario Caiazzo

E’ caos all’ospedale Loreto Mare in seguito al sostenuto afflusso di pazienti registrato al Pronto soccorso durante i giorni di festa. La notte a cavallo tra la vigilia di Natale e la celebrazione dell’Avvento è stata caratterizzata dall’accesso di un gran numero di persone di origine extracomunitaria (provenienti soprattutto dal continente africano) che si sono recate presso il drappello di via Amerigo Vespucci per farsi medicare a causa di alcune risse scoppiate tra connazionali nella zona di piazza Garibaldi.

Una situazione che ha costretto il personale medico ed infermieristico agli straordinari. Lo stato dei fatti registrato nelle scorse ore evidenzia particolari di estrema criticità; situazione del tutto simile al periodo festivo è però quella che in media si registrerebbe ogni fine settimana.

Per tale motivo camici bianchi ed infermieri hanno invocato da tempo la presenza di maggiore personale e contestualmente quella di controlli adeguati per evitare che proprio all’esterno o all’interno dell’ospedale possano magari evolversi gli scontri iniziati nelle aree attigue al nosocomio di via Amerigo Vespucci. Non è raro infatti registrare l’ingresso di persone che presentino ferite che si sono procurate durante una rissa. Tra l’altro accompagnate da un sostenuto numero di amici.

Gli extracomunitari – spesso sotto effetto dell’alcol – vengono condotti al Loreto Mare con evidenti ematomi, contusioni, e tagli a volte anche molto profondi, che mettono in pericolo la vita di chi li ha subiti. Se da un lato bisogna sottolineare la grande professionalità e la dedizione dello sparuto personale ospedaliero, dall’altra è bene evidenziare che medici ed infermieri del Pronto soccorso continuano ad essere a rischio. Non di rado, infatti, capita che vengano ricoverati vittime e aggressori e che la zuffa avvenuta poco prima possa continuare anche in ospedale. Il tutto davanti a pazienti e camici bianchi, che sono costretti a fare da pacieri per evitare che la situazione degeneri.

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