giovedì, 18 Aprile , 24

L’inchiesta – Estorsioni all’«American Laundry» e il patto dei tre clan

Secondo quanto ricostruito dalla Procura, la richiesta del pizzo risale agli inizi del 2000: coinvolti il gruppo Bidognetti dei Casalesi, i Lepre del Cavone e i Misso della Sanità

Mario Caiazzo

A febbraio del 2013 scattò il blitz che portò in carcere una dozzina di persone, ritenute appartenenti a clan camorristici del Casertano, di Napoli e dell’area nord della città partenopea. Vittima del pizzo, secondo quanto emerse dall’inchiesta coordinata dai pm Cesare Sirignano e Sergio Amato della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la American Laundry ospedaliera. Azienda che entrò nel mirino delle organizzazioni camorristiche, anche in virtù del voluminoso giro di affari prodotto; oltre 400 dipendenti e soprattutto aggiudicataria di numerose commesse da parte della Regione Campania. Il servizio dell’azienda, naturalmente, era rivolto ad enti ospedalieri e assistenziali. Dalle indagini emerse il coinvolgimento del gruppo Bidognetti per il Casertano, e delle cosche napoletane Misso della Sanità e Lepre del Cavone.

Il pm antimafia Cesare Sirignano

Questi i clan, che secondo gli inquirenti, avevano stretto un patto per la gestione dell’attività illecita. Nel voluminoso incartamento prodotto dai giudici dell’Antimafia è scritto nero su bianco: «Si tratta di una vicenda che inizia verosimilmente nei primi anni del 2000 e si protrae nel tempo senza soluzione di continuità e che vede la vittima del delitto costretta a versare nelle casse di varie organizzazioni rilevanti somme di denaro per svolgere pacificamente l’attività di lavanderia industriale in ospedali cittadini, in bar alberghi e ristoranti della Campania».

Il pubblico ministero Sergio Amato

Oltre agli accertamenti effettuati dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta, fondamentali furono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. «Ed invero, – scrivono i magistrati – nel corso del tempo numerosi sono stati i collaboratori che in fase di indagine ed anche durante alcuni dibattimenti, hanno riferito sulla vicenda estorsiva e pur tuttavia fino ad ora il fenomeno era stato analizzato in modo settario e non inquadrato in una articolata, organizzata e ramificata attività estorsiva eseguita su larga scala».

Il boss dei Casalesi, Francesco Bidognetti

Secondo quanto dichiarato dai pentiti e accertato dalle forze dell’ordine, i clan del territorio in cui erano presenti diversi ospedali, attraverso propri emissari avevano imposto il pizzo ai titolari della American Laundry, azienda che opera a livello nazionale e che ha sede a Melito. La corresponsione delle estorsioni avveniva ogni mese e in occasione delle cosiddette feste comandate: a Natale, a Pasqua e a Ferragosto.

Mario Caiazzo

A febbraio del 2013 scattò il blitz che portò in carcere una dozzina di persone, ritenute appartenenti a clan camorristici del Casertano, di Napoli e dell’area nord della città partenopea. Vittima del pizzo, secondo quanto emerse dall’inchiesta coordinata dai pm Cesare Sirignano e Sergio Amato della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la American Laundry ospedaliera. Azienda che entrò nel mirino delle organizzazioni camorristiche, anche in virtù del voluminoso giro di affari prodotto; oltre 400 dipendenti e soprattutto aggiudicataria di numerose commesse da parte della Regione Campania. Il servizio dell’azienda, naturalmente, era rivolto ad enti ospedalieri e assistenziali. Dalle indagini emerse il coinvolgimento del gruppo Bidognetti per il Casertano, e delle cosche napoletane Misso della Sanità e Lepre del Cavone.

Il pm antimafia Cesare Sirignano

Questi i clan, che secondo gli inquirenti, avevano stretto un patto per la gestione dell’attività illecita. Nel voluminoso incartamento prodotto dai giudici dell’Antimafia è scritto nero su bianco: «Si tratta di una vicenda che inizia verosimilmente nei primi anni del 2000 e si protrae nel tempo senza soluzione di continuità e che vede la vittima del delitto costretta a versare nelle casse di varie organizzazioni rilevanti somme di denaro per svolgere pacificamente l’attività di lavanderia industriale in ospedali cittadini, in bar alberghi e ristoranti della Campania».

Il pubblico ministero Sergio Amato

Oltre agli accertamenti effettuati dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta, fondamentali furono le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. «Ed invero, – scrivono i magistrati – nel corso del tempo numerosi sono stati i collaboratori che in fase di indagine ed anche durante alcuni dibattimenti, hanno riferito sulla vicenda estorsiva e pur tuttavia fino ad ora il fenomeno era stato analizzato in modo settario e non inquadrato in una articolata, organizzata e ramificata attività estorsiva eseguita su larga scala».

Il boss dei Casalesi, Francesco Bidognetti

Secondo quanto dichiarato dai pentiti e accertato dalle forze dell’ordine, i clan del territorio in cui erano presenti diversi ospedali, attraverso propri emissari avevano imposto il pizzo ai titolari della American Laundry, azienda che opera a livello nazionale e che ha sede a Melito. La corresponsione delle estorsioni avveniva ogni mese e in occasione delle cosiddette feste comandate: a Natale, a Pasqua e a Ferragosto.

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