“Il turismo dentale, ovvero la ricerca di dentisti e cure odontoiatriche a basso costo all’estero, soprattutto in alcuni paesi dell’est Europa (Croazia, Romania, Moldavia, Ungheria) nonostante tutti i rischi che questo tipo di scelta comporta, è una tendenza sempre più diffusa e in aumento principalmente a causa della crisi economica in cui versa il nostro Paese”, precisa Santaniello. Non solo, “alla base – continua l’esperta – vi è anche una grande opera di promozione da parte di programmi televisivi che, per aumentare lo share degli ascolti, diffondono racconti e testimonianze relative a cure dentali all’estero a basso costo. Si tratta di testimonianze spesso non attendibili, se non nell’immediato, in quanto è solo a distanza di tempo che si possono valutare gli effetti di cure odontoiatriche effettuate in maniera non corretta”.
“I rischi per la salute e le vere e proprie truffe sono infatti sempre in agguato per gli ignari cittadini alla continua ricerca all’estero di un’offerta economica decisamente più vantaggiosa rispetto a quella del territorio italiano – suggerisce la presidente di Andi Roma – I pazienti dovrebbero essere meglio informati attraverso serie campagne informative, sul fatto che esistono dei segnali di allarme che vanno presi in considerazione. Tra questi i tempi lavorativi eccessivamente ridotti in cui viene svolta la cura, il prezzo troppo basso, che non può garantire gli standard di qualità dei materiali e la possibilità di imbattersi in personale non qualificato”.
Spesso, ricorda Santaniello, “i dentisti italiani si ritrovano sulla propria poltrona pazienti che hanno già speso molto denaro all’estero e non hanno risolto il proprio problema. Queste persone, vista la spesa economica già sostenuta, non avendo più altre risorse, si rivolgono alle strutture pubbliche, gravando alla fine sul sistema Sistema sanitario nazionale. L’atto terapeutico, infatti, non si esaurisce nel primo momento, ma prevede una serie di controlli a distanza che impegna il dentista, che si è occupato della cura, a garantire al paziente, uno stato di salute nel tempo. Solo a distanza, infatti, si vedono i risultati di un lavoro ben fatto”.
“Se si esplorano le offerte lavorative presenti sui giornali di settore, sul web o si raccolgono testimonianze dirette, si scopre che queste sono quasi esclusivamente da parte dei service – sottolinea Santaniello – Una percentuale inferiore di richieste di collaborazione provengono invece da studi privati che, purtroppo, troppo spesso consistono in collaborazioni gratuite oppure senza equo compenso, relegando di fatto il neolaureato al ruolo di mero esecutore. In taluni casi, dalle testimonianze raccolte, sembra accadere che il neolaureato si ritrovi ad assolvere compiti di altre figure professionali con competenze diverse dalla propria quale quella di igienista dentale o di assistente alla poltrona. In altri casi invece, ai più bravi e volenterosi, vengono assegnate le terapie odontoiatriche più gravose dello studio che lo accoglie, come sempre più spesso rileviamo dai racconti fatti dagli stessi protagonisti”.
“Dalle loro richieste, a noi giunte – conclude la presidente Andi Roma – appare necessario e prioritario: promuovere un loro rapido inserimento nel percorso della professione remunerata, meglio se all’interno di un percorso ‘tutelato’ di avvio della professione, che può divenire spunto di opportunità anche per il professionista più anziano; trovare opportunità di affiancamento e di successivo graduale ingresso lavorativo in studi già avviati; consentire loro di trovare in Andiformule di sostegno economico, riferimenti culturali e formazione continua e di avviamento alla professione”.
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